Immigrati: Cgil Calabria, bene arresto “caporali” ma serve legge

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Catanzaro – Soddisfazione per l’arresto di 7 “caporali” avvenuto ieri nel Reggino, ma anche la richiesta di una legge regionale sul fenomeno. E’ questa la posizione di Cgil e Flai-Cgil della Calabria e della piana di Gioia tauro. Esprimiamo – recita un comunicato stampa – grande soddisfazione per la brillante operazione, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Palmi Sferlazza, che ha sgominato, arrestando sette persone, una organizzazione criminale dedita allo sfruttamento dei migranti. Nella Piana di Gioia Tauro il fenomeno del caporalato e’, purtroppo, presente e particolarmente aggressivo. La Cgil e la Flai da anni hanno posto il problema con denunce pubbliche, con iniziative specifiche all’interno della tendopoli e del campo container. Su questi temi – continua il comunicato – abbiamo fatto il 1* maggio 2013 a Rosarno e, per la prima volta, i migranti lo scorso 12 dicembre hanno scioperato lasciando il lavoro dei campi pur ricevendo minacce dai caporali. Siamo stati proprio noi che lo scorso 18 dicembre a Gioia Tauro, nella partecipata iniziativa pubblica in occasione della giornata internazionale dei migranti, alla presenza del vescovo di Oppido-Palmi Milito e dei rappresentanti del sindacato del Senegal, che abbiamo proposto una legge regionale contro il caporalato e lo sfruttamento delle persone non solo in agricoltura. Quella proposta – fa rilevare il sindacato – fu raccolta dal consigliere regionale Sebi Romeo che, lavorando con noi nel merito della legge, ha portato in seconda commissione la proposta”.

“Adesso – e’ scritto – si tratta di farla passare in consiglio regionale per farla effettivamente diventare legge e dare, anche per questa via, un colpo alla ndrangheta che alimenta il caporalato e l’illegale mediazione di manodopera nella Piana di Gioia Tauro ed in Calabria. Su questi temi – scrivono Cgil e Flai – siamo stati intransigenti, costruendo iniziative sindacali di sostegno alla legalita’, come quella svolta a Rosarno dal sindacato nazionale unitario alla presenza del Ministro dell’agricoltura Martina, sui sistemi di qualita’ nel settore e sui diritti delle persone. E’ necessario far continuare a crescere nella societa’ un sentimento di rifiuto e di rigetto dell’illegalita’, soprattutto quando questa soffoca i diritti degli uomini e delle donne che lavorano. Chiediamo, anche, al sistema delle imprese in agricoltura di emarginare quegli “imprenditori” che sfruttano le persone e di cacciarli dalle loro associazioni. Con i migranti della Piana abbiamo stretti e consolidati rapporti, conosciamo la loro rabbia nei confronti di chi li sfrutta e non li considera persone. Con loro – conclude il sindacato – continueremo nella mobilitazione e nella lotta per conquistare sempre piu’ diritti. Per questi motivi siamo particolarmente soddisfatti per il colpo inferto al caporalato e alla ndrangheta con l’operazione “Confine” sostenendo gli sforzi della Magistratura e delle forze dell’ordine nel lavoro di indagine e di contrasto all’illegalita’”.