‘Ndrangheta: operazione “Purgatorio”,il business dell’archeomafia

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Catanzaro – Statue, capitelli, monete: il tesoro sottratto da Pantaleone Mancuso alla comunita’ vibonese appare immenso. Grazie alle intercettazioni gli inquirenti sono riusciti a farsi un’idea del lucroso business messo in campo dall’organizzazione. Uno degli arrestati, Giuseppe Tavella, in un dialogo captato dal Ros, in merito agli ingenti profitti che avrebbe potuto ricavare negli anni dalla commercializzazione dei reperti archeologici, aveva formulato una emblematica affermazione: “A quest’ora ero arcimiliardario? “. La frase secondo gli investigatori sarebbe da collegare alle cessioni di cospicue somme di danaro a Mancuso. Lo stesso Tavella, infatti, spiega: “… Anni addietro… gli ho portato un pacco di soldi tanto… duecentoventi… duecentotrenta milioni… Mi dice: “dividiamo”… “fai tu? come al solito””. Particolare valore pare avere un braccio di una statua rinvenuto durante gli scavi clandestini di Vibo. Al telefono uno degli indagati sostiene: “Con quel braccio che ho trovato? io non ho mai visto nulla di simile… in tutta la vita mia? vedi tu che ci deve essere la’ sotto… (parole incomprensibili?). Dieci milioni di euro… o Luni… bastava quella…”. E ancora un capitello bizantino, sottratto presumibilmente dal sito archeologico dell’Abbazia della Trinita’ di Mileto, viene trovato in vendita su un sito internet a 1200 euro. In ultimo, dopo il sequestro dei carabinieri del tunnel trovato nel centro di Vibo, sempre Tavella quantifica il danno per il gruppo: “Tutto abbiamo perso!… Duecentomila euro!.. Addio sogni di gloria”.