Immigrati: anche la Gdf a Kos, “ne soccorriamo 200 a notte”

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Roma – “Pattugliamo le acque di Kos una notte si’ e una no. Fino al mese scorso, ad ogni uscita soccorrevamo una media di 150 migranti, che nelle ultime due settimane sono diventati 200”. Il tenente della Guardia di finanza Francesco Saverio D’Annibale, “national officer” per la missione Frontex “Poseidon” di controllo delle frontiere marittime greche, dal Pireo racconta ad una agenzia l’impegno quotidiano su quella che sembra essere diventata la nuova rotta dei ‘viaggi della speranza’. “Solo il nostro G130 De Falco, guardacoste d’altura del Gruppo navale di Taranto – spiega D’Annibale – dall’inizio dell’ultima settimana di giugno ha soccorso e recuperato 3.189 migranti. E negli ultimi quindici giorni, i migranti soccorsi nell’ambito di ‘Poseidon’ sono stati 19.556. Numeri impressionanti, che aiutano a capire con che emergenza dobbiamo fare i conti”.

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“L’equipaggio del De Falco – ricorda il tenente – e’ stato protagonista di molti interventi di soccorso, tra cui quello di un gommone naufragato con 50 persone a bordo poche settimane fa: uno dei nostri si e’ gettato in mare per salvare un migrante. E’ con orgoglio che possiamo dire che fin qui non ci sono state vittime o dispersi, ma il rischio resta grande perche’ i migranti arrivano stipati in 15 su gommoni di tre metri o in piu’ di 50 su gommoni 8×3, gommoni non troppo diversi da quelli che si possono comprare in qualsiasi negozio di giocattoli ben fornito”. Risultato: “in altre isole la situazione e’ migliore, ma Kos non riesce piu’ a farcela, e’ stracolma, anche se la situazione pare sotto controllo e le autorita’ locali hanno mandato rinforzi per evitare scontri come quelli dei giorni scorsi. Perche’ la ‘rotta greca’ e’ sempre piu’ battuta (solo a luglio il Paese ci sono stati quasi 50mila arrivi, piu’ dell’intero 2014, ndr)? Per ragioni geografiche, innanzitutto, visto che l’83% dei migranti sono siriani e afgani. E per la relativa facilita’ di penetrare anche via terra la frontiera turca”.

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Tra l’altro, sottolinea D’Annibale, “si tratta di un’immigrazione diversa da quella intercettata da altre operazioni Frontex come ‘Triton’: a scappare dalla guerra sono in molti casi persone con una certa disponibilita’ economica, medici avvocati, professionisti che arrivano con addosso soldi e preziosi, non in t-shirt e calzoncini”.