Migranti: Dna, emergenza crea opportunita’ per mafie

migranti-sbarco-2808Roma – “I dati sulla dichiarata nazionalita’ dei migranti arrivati via mare in Italia testimoniano come le rotte dei clandestini si sovrappongano, di fatto, a quelle dei profughi provenienti da tali aree di conflitto o di elevate condizioni di insicurezza. Tale situazione ha rappresentato e tuttora costituisce una incredibile opportunita’ per le organizzazioni criminali a carattere transnazionale, che operano per favorire il trasferimento dei migranti soprattutto verso i Paesi del nord Europa, essendo divenuto il territorio nazionale solo luogo di primo approdo e dunque tappa intermedia del progetto migratorio irregolare”. Lo sottolinea la Direzione nazionale antimafia nella sua relazione annuale 2015. “La transnazionalita’ dei gruppi criminali coinvolti, in prevalenza di origine tunisina ed egiziana, e’ testimoniata dagli esiti delle tante indagini condotte dagli uffici distrettuali italiani ed indirettamente confermata dalla etnia delle persone arrestate nel periodo di riferimento”, rileva la Dna e gli esiti giudiziari disponibili “consentono di individuare nel dinamismo e versatilita’ tattica delle organizzazioni criminali, oltre che nella loro struttura pulviscolare, i caratteri salienti delle organizzazioni che gestiscono il traffico di esseri umani”. Si tratta prevalentemente di “reti di gruppi criminali, multinazionali – si legge nella relazione – spesso ‘specializzate’ per ambito territoriale o d’intervento (trasferimenti, falso documentale, immissione nei circuiti dello sfruttamento nelle aree di destinazione) e talora contigue ai circuiti del contrabbando d’armi e del narcotraffico”. Invece, “merita di ricevere ancora chiara conferma – scrive la Dna – l’ipotesi che le stesse possano fungere da supporto logistico a militanti che si spostano tra i vari quadranti a fini di addestramento o per raggiungere teatri di jihad”.

Nella relazione, in particolare, si evidenzia “l’alta valenza ed assoluta originalita’ del metodo” adottato dalla Procura di Catania (guidata fino a qualche mese fa da Giovanni Salvi, ora procuratore generale a Roma) “nell’attivita’ investigativa nel contrasto al triste fenomeno del ‘commercio di esseri umani'”, nonche’ la “piena affermazione di una sovranita’ giurisdizionale italiana che palesa il forte intendimento di colpire le organizzazioni transnazionali operanti nell’illecito traffico”.