Tangenti Roma: gip, studio Pizza crocevia imprenditori e politici

roma-tribunaleRoma  – Raffaele Pizza detto Lino, “per esercitare e perpetuare il potere di influenza che gli e’ notoriamente riconosciuto nell’ambiente degli imprenditori gravitanti nel settore degli appalti pubblici, sfruttava i legami stabili con influenti uomini politici, spesso titolari di altissime cariche istituzionali”. Lo afferma il gip Giuseppina Guglielmi nelle oltre 500 pagine di ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta su un giro di tangenti pagate per gestire una serie di appalti. A parere del giudice, Pizza “si adoperava costantemente per favorire la nomina, ai vertici degli enti e delle societa’ pubbliche, di persone a lui vicine, cosi’ acquisendo ragioni di credito nei confronti di queste che, dovendo successivamente essergli riconoscenti, risulteranno permeabili ai suoi metodi di illecita interferenza nelle decisioni concernenti il conferimento di appalti pubblici ed attivita’ connesse”. Per il gip, Pizza, inoltre, “politicamente gravitante nell’area della Nuova Democrazia Cristiana, grazie alle ‘entrature’ politiche e a forti e risalenti legami stabiliti con persone con ruoli di vertice nell’ambito di enti e societa’ pubbliche (Inps, Inail, Enel, Poste Italiane, Consip, Ministero della Giustizia, Ministero dell’Istruzione dell’Universita’ e della Ricerca), faceva da ponte tra il mondo imprenditoriale e quello politico-istituzionale nell’interesse di imprenditori interessati a partecipare a gare pubbliche o, comunque, in rapporti con le pubbliche amministrazioni”.

Tangenti Roma: gip, studio Pizza crocevia imprenditori e politici
“Lo studio in via Lucina, in uso a Raffaele Pizza costituiva un punto di incontro per imprenditori e politici con i quali lo stesso Pizza non perdeva occasione per rimarcare l’importanza dei suoi risalenti legami con il mondo politico-istituzionale, l’incisivita’ dei suoi interventi in quest’ambito per influire sulle nomine, la capacita’ di procurare consensi elettorali, di intervenire nell’assegnazione degli appalti, per proporre e suggerire strategie, anche al fine di evitare ‘antagonismi’ tra i imprenditori interessati a gare pubbliche”. Lo evidenzia il gip Giuseppina Guglielmi nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. “Il movente – scrive il giudice – che determinava Pizza al grande attivismo descritto non era solo la gratificazione derivante dall’esercizio del potere, essendo di pari importanza la spinta economica, e cioe’ la consapevolezza che il suo interessamento sarebbe stato ripagato con laute ‘prebende’, tanto che i suoi stessi sodali, in piu’ di una occasione, lo descrivono, a ragione, come un uomo avido e con insaziabili appetiti economici”.