‘Ndrangheta: donna suicida, procuratore “tutti responsabili”

federico-cafiero-de-rahoReggio Calabria  – Domenica scorsa a Reggio Calabria si e’ tolta la vita, lanciandosi da un balcone, una giovane donna di 25 anni, proveniente da una famiglia di ‘ndrangheta. Il procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia, Federico Cafiero, intervenendo in questura per l’operazione Recherche, si e’ voluto soffermare su questo episodio, che ha definito “un fatto gravissimo”.
“Credo che debba toccare la coscienza di tutti – ha sottolineato – perche’ credo che siamo tutti responsabili di fatti come questo, perche’ se c’e’ una ragazza che si e’ fatta strada per la propria onesta’ nella sua vita scolastica, ha conseguito una laurea, perche’ quella laurea per lei e’ lo strumento per sottrarsi totalmente alla propria famiglia di ‘ndrangheta tristemente nota in citta’. Se una persona come questa che puo’ essere veramente il cambiamento della Calabria, perche’ il cambiamento l’avremo quando le famiglie di ‘ndrangheta capiranno che l’onesta’ premia e avvantaggia piu’ della criminalita’ o della ricchezza. L’etica – ha aggiunto il procuratore – da’ una soddisfazione interiore che non appare. Ebbene noi avevamo una ragazza che questo aveva trovato, lo studio e il proprio futuro”.

“Eppure – ha detto Cafiero de Raho – l’abbiamo persa perche’ non abbiamo avuto la sensibilita’ di comprendere che ci sono momenti in cui tutti devono concorrere. Ho parlato con il prefetto, con il presidente della Corte d’Appello Luciano Gerardis, con Luigi Ciotti, con padre Giovanni Ladiana, con tutti quelli che mi sembrano le persone particolarmente sensibili. Lo stesso Ciotti mi ha chiamato con le lacrime agli occhi. E’ un fatto di una gravita’ senza pari”.
“Se noi perdiamo queste occasioni – ha proseguito – per recuperare la liberta’, l’onesta’, l’etica, non abbiamo piu’ nessuna speranza per il nostro futuro. Se diciamo ai ragazzi cambiate vita, e poi quando cambiano vita li isoliamo, li emarginiamo, non diamo nessun sostegno. E’ certo che dobbiamo distinguere tra quelli che il titolo di studio lo prendono perche’ poi devono essere funzionali alla cosca di appartenenza, e quelli si’ che vanno isolati e vanno emarginati. Ma se c’e’ qualcuno che studia perche’ vuole liberarsi dalla famiglia di ‘ndrangheta di appartenenza, io credo che a questi dobbiamo dare il massimo sostegno, dovremmo avere esempi che si moltiplicano nel nostro futuro, e dobbiamo fare tutto cio’ che e’ necessario – ha concluso Cafiero De Raho perche’ fatti di questo tipo non avvengano piu'”.
Per domani il prefetto Michele Di Bari ha convocato un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica finalizzato ad attivare un focus sul disagio sociale che vivono alcuni giovani appartenenti a famiglie di ‘ndrangheta. Sul caso stanno ancora indagando le forze dell’ordine. La giovane non ha lasciato alcun biglietto per spiegare le ragioni del gesto.