Truffe: sgominata banda donne a Reggio Emilia, 18 indagati

Reggio Emilia  – Una banda composta per la maggior parte da donne vere e proprie ‘professioniste’ della truffa: dalle false case vacanza in rinomate localita’ marittime o montane (costiera amalfitana, Courmayeur) ai raggiri ai tabaccai, dai finti coupon online alle fittizie offerte di lavoro, sino all’uso delle chat di incontri per spillare soldi alle vittime. Un sodalizio criminale che non ha risparmiato nemmeno la raccolta fondi per la lotta ai tumori. Nel corso di un concerto di beneficienza, di un noto cantante italiano sono stati, infatti, messi in vendita falsi biglietti di ingresso. Questo il quadro accusatorio emerso dall’operazione “Deep Impact” condotta, dalle prime ore della mattinata, dai carabinieri di Reggio Emilia in Emilia Romagna, Piemonte, Basilicata, Lombardia e Campania. Sono 18 gli indagati a vario titolo per associazione per delinquere, truffa aggravata, ricettazione, sostituzione di persona, uso indebito di carta di credito, estorsione e falso in atto pubblico per i circa 500 attribuiti all’organizzazione criminale che agiva in tutt’Italia. I militari dell’Arma hanno eseguito anche sei ordinanze cautelari (3 in carcere, 2 ai domiciliari e 1 obbligo di firma) a carico di quattro donne e due uomini di eta’ compresa tra i 25 ed i 53 anni.

Durante le indagini e’ stato importante il contributo fornito dai servizi delle trasmissioni televisive di Striscia la Notizia e delle Iene.
L’inchiesta dei Carabinieri di Reggio Emilia ha visto, per la prima volta in Emilia Romagna, secondo un recentissimo orientamento della Corte di Cassazione, il riconoscimento dell’aggravante della “minorata difesa” con riguardo alle truffe online, atteso il principio secondo il quale la “debolezza contrattuale” di chi, in rete, non ha la possibilita’ di verificare l’affidabilita’ del “venditore”, e’ stata ritenuta un’aggravante delle truffe, con conseguente possibilita’ di applicare misure cautelari anche per tali tipologie di reato, che altrimenti non sarebbero consentite.
La complessa attivita’ svolta dagli investigatori ha consentito di sradicare alla base l’intera organizzazione, identificando i diversi singoli ruoli degli indagati. Secondo l’accusa, i membri del sodalizio erano riusciti a rimanere nell’ombra nonostante le truffe messe a segno per un periodo di quattro anni, approfittando di passaggi di denaro a catena su carte di credito appositamente attivate, diventando cosi’ i destinatari finali dei proventi illeciti.