Non vedente senza assistenza: Garante Infanzia, “colpa dei tagli”

Catanzaro – “La mamma dell’adolescente non vedente di Vibo Valentia, da dieci anni praticamente priva della dovuta assistenza scolastica, fa bene ad andare avanti, anche sul piano dell’azione amministrativo-giudiziaria, perche’ ha ragione. Omette, pero’, di riconoscere che il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria non e’ stato inerte a guardare, ma ha convocato ben due audizioni alla presenza della stessa, del presidente dell’associazione che ha portato il caso all’attenzione dell’opinione pubblica, dell’ente provincia, del comune vibonese e della Regione Calabria, oltre che della rappresentanza scolastica ad ogni livello, dal periferico al Miur”. La precisazione e’ di Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia della Regione Calabria. “Dalle audizioni – dice Marziale all’Agi, dopo aver letto le dichiarazioni della donna – e’ emerso un risultato che non ho mancato di rendere noto e che e’ stato ripreso finanche da organi d’informazione nazionali, ossia i finanziamenti per l’assistenza scolastica, in generale, sono scesi in sette anni da 9 milioni circa di euro a poco piu’ di 4 milioni”.

 

Marziale riferisce di aver chiesto alla terza commissione del Consiglio regionale calabrese di essere ascoltato “su questo caso e, al contempo, su tutto l’assai lacunoso sistema di assistenza scolastica ai bambini e ad agli adolescenti in difficolta’, e pero’ sto ancora aspettando una convocazione. E’ mio intendimento, comunque – prosegue – inviare il resoconto delle audizioni alla competente Procura della Repubblica affinche’ accerti altre, eventuali, responsabilita’ rispetto a quelle rilevate sul piano contabile-amministrativo, ma anche rispetto a procedure sul piano della selezione delle figure specialistiche. La signora dovrebbe avere la compiacenza di non essere generica nell’affermare che “nessuno ha risposto” perche’ il Garante – conclude – ha fatto il proprio dovere con tempestivita’ e non e’ gradevole sentirsi assommare alle altrui sordita’ istituzionali”.