Giustizia: Anm, ferma contrarieta’ a intervento sul civile

Roma  – “Abbiamo appreso che il Senato si appresterebbe ad approvare un emendamento alla manovra economica per generalizzare il rito sommario facendolo diventare il rito ordinario per la trattazione dei procedimenti civili”. Lo sottolinea in una nota l’Associazione nazionale magistrati, che “non puo’ che ribadire la ferma contrarieta’ all’intervento riformatore gia’ espressa nel corso dei lavori parlamentari, in questo del tutto concorde con gli altri operatori del diritto”.
La riforma in cantiere “non elimina e neanche favorisce l’efficienza del processo perche’ non opera sull’arretrato esistente – rileva il sindacato delle toghe – le regole del processo non sono inutile orpello ma il modo con cui le parti concorrono, con ordine, alla decisione del giudice”. Eliminare la predeterminazione di tali regole, rimettendone la scelta alla valutazione discrezionale caso per caso, “rischia – sottolinea ancora l’Anm – di generare prassi applicative diversificate con sicure ricadute negative in termini di garanzia dei diritti dei cittadini, di conflittualita’ tra le parti ed aumento delle controversie interpretative, le quali andrebbero a ripercuotersi sulle Corti d’Appello, gia’ in affanno”.

 

La magistratura associata, dunque, torna a ribadire che “una seria riforma della giustizia civile deve porsi il vero problema del cosiddetto ‘collo di bottiglia’, rappresentato dal momento della decisione, il cui spazio, spesse volte, per la complessita’ e delicatezza delle vicende processuali, non tollera di essere soffocato da tempi contingentati se non a scapito della qualita’ della risposta alla domanda di giustizia”. In questo senso, conclude l’Anm, “la via da percorrere e’ quella, di recente intrapresa, dopo anni di stallo, di operare sulle risorse. L’efficienza del processo civile, infatti, non puo’ essere assicurata da continui interventi sul rito, a costo zero, ma solo attraverso l’impiego di risorse adeguate per garantire l’operativita’ dell’ufficio per il processo in tutti i tribunali, una seria revisione delle piante organiche, non solo degli uffici giudicanti, ma anche del personale di cancelleria, e delle circoscrizioni giudiziarie”.