Studentessa violentata a Cosenza, giovane condannato in appello
Catanzaro – La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato la condanna a 3 anni e 4 mesi di carcere nei confronti del 22enne cosentino Gaspare Bruni accusato di violenza sessuale. L’imputato era stato arrestato nello scorso febbraio dai Carabinieri della compagnia di Rende con l’accusa di avere violentato una venticinquenne catanzarese, studentessa dell’Universita’ della Calabria. La ragazza aveva raccontato agli investigatori di avere conosciuto il giovane in un locale e di avere trascorso la serata con lui. Alla fine della serata Bruni, assieme a un amico, l’aveva accompagnata a casa in auto, ma, giunti davanti al palazzo dove viveva la ragazza, sarebbe sceso dall’auto, l’avrebbe seguita dentro l’androne dell’edificio e l’avrebbe violentata. A carico di Bruni anche le riprese effettuate da alcune telecamere di videosorveglianza. Il 15 aprile scorso il gup del Tribunale di Cosenza ,al termine del processo con rito abbreviato, aveva condannato Bruni a 3 anni e 4 mesi di reclusione concedendogli le attenuanti generiche. Sentenza oggi confermata dai giudici della Corte d’appello.
anni e 4 mesi di carcere nei confronti del 22enne cosentino Gaspare Bruni accusato di violenza sessuale. L’imputato era stato arrestato nello scorso febbraio dai Carabinieri della compagnia di Rende con l’accusa di avere violentato una venticinquenne catanzarese, studentessa dell’Universita’ della Calabria. La ragazza aveva raccontato agli investigatori di avere conosciuto il giovane in un locale e di avere trascorso la serata con lui. Alla fine della serata Bruni, assieme a un amico, l’aveva accompagnata a casa in auto, ma, giunti davanti al palazzo dove viveva la ragazza, sarebbe sceso dall’auto, l’avrebbe seguita dentro l’androne dell’edificio e l’avrebbe violentata. A carico di Bruni anche le riprese effettuate da alcune telecamere di videosorveglianza. Il 15 aprile scorso il gup del Tribunale di Cosenza ,al termine del processo con rito abbreviato, aveva condannato Bruni a 3 anni e 4 mesi di reclusione concedendogli le attenuanti generiche. Sentenza oggi confermata dai giudici della Corte d’appello.
