Lamezia: Nicolino Panedigrano, si riapra il carcere della nostra città

Casa circondariale San Francesco Lamezia Terme

Casa circondariale San Francesco
Lamezia Terme

Lamezia Terme – L’avvocato Nicolino Panedigrano ha commentato il recente comunicato del segretario nazionale della Uil Penitenziaria Gennarino De Fazio, dove veniva elogiato il carcere di Siano e veniva ribadito la necessità della chiusura del carcere della nostra città.“Che grave torto avrà fatto- ha dichiarato Panedigrano- la città di Lamezia alla Uil Penitenziaria per dover subire i suoi continui e cupi appelli a favore della chiusura del nostro Carcere?”. L’avvocato ha, tra l’altro, sottolineato le mancanze del carcere catanzarese ”l’aula bunker del carcere di Siano è inagibile e a rischio crolli, nel quarto piano del nuovo padiglione appena inaugurato ci sono infiltrazioni di acqua piovana così diffuse da doverlo tenere chiuso, fra poco dovrà essere chiuso un altro padiglione per ristrutturarlo e cronache recenti ci hanno raccontato di rischi continui di infiltrazioni mafiose tra il suo personale”. “Il nostro Carcere, – ha ribadito Panedigrano- alla faccia di ciò che pensa e dice la Uil Penitenziaria, doveva e deve comunque rimanere aperto per le sue intrinseche qualità: è primo istituto in Italia ad essere stato ristrutturato già nel 2004 per adeguarlo alle condizioni igienico-sanitarie e di qualità alberghiere previste dal DPR 230/2000, con una spesa complessiva di centinaia di migliaia di euro. È un istituto che, già così com’è, può ospitare oltre 80 detenuti e che con un modestissimo adeguamento ne può ospitare più di 100. Ha sempre garantito massimi livelli di onestà, correttezza ed umanità degli agenti e, insieme, di sicurezza”. Secondo l’avvocato “c’è bisogno, ora e subito, di una forte azione per far riaprire il nostro Carcere”. Panedigrano crede che “i motivi addotti all’inizio per la sua provvisoria chiusura sono tutti venuti apertamente meno, infatti il Provveditore aveva spiegato che il Ministero della Giustizia intendeva chiudere tutti gli istituti carcerari con meno di cento detenuti, ma a tutt’oggi ci sono ancora aperti oltre 50 istituti che hanno un’utenza di molto inferiore a cento e addirittura ve ne sono diversi con meno di 30 detenuti e qualcuno anche con solo 14 detenuti. Si era detto che l’operazione rientrava nella spending review, mentre invece ci sta costando lo sperpero di decine di migliaia di euro in missioni e straordinari per il personale”.