– a cura di Graziella Astorino*
Lamezia Terme – L’11 dicembre 2012 è entrata in vigore la legge 23 novembre 2012, n. 215, volta a promuovere la parità effettiva di donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive e ai pubblici uffici delle autonomie territoriali. Questa è la legge che sarà applicata alle prossime elezioni comunali della città di Lamezia Terme che dispone e dà l’opportunità all’elettore di votare contemporaneamente un uomo e una donna, la così detta doppia preferenza di genere. E’ arrivata l’ora delle donne o le donne hanno tenuto comportamenti fortemente politici e determinati nella vita pubblica di cui ci si dimentica facilmente? Ci si è dimenticati che la politica delle donne, di quelle che hanno canonizzato i diritti e fatto proprio il campo di azione è iniziata veramente molto tempo fa quando, durante la guerra, si sono dimostrate già forti di fronte ad un potere dittatoriale che “sequestrava” gli uomini per condurli in guerra. Un buon ricordo è quello delle donne Napoletane che al fine di ostruire i fascisti del tempo esse fecero un cordone umano attorno alla camionetta che stava deportando i loro uomini al fronte e li salvarono. Si sono inoltre rese indispensabili alla collettività partigiana: oltre che cucinare, lavare, cucire e assistere i feriti, partecipavano alle riunioni portando il loro contributo politico ed organizzativo. Ed allora ben venga questa legge che non toglie i diritti a nessun uomo ma condivide le rappresentanze di entrambi i sessi. Il fanalino di coda rimane il nostro governo regionale che ufficialmente è senza la rappresentanza femminile alla quale non è stato dato spazio durante la campagna elettorale. Si accusa la mancanza di una legge regionale che regolamenta la doppia preferenza di genere, come per i comuni. Ma è davvero con questa volontà che si vuole portare avanti la figura femminile o è la solita scusa di opportunismo politico e di strumentalizzazione del ruolo e di accuse. Se ci fosse stata la vera consapevolezza del valore emergente delle donne nella politica, da parte delle varie forze politiche al tempo delle elezioni del Consiglio Regionale, le donne sarebbero state proposte ed elette ed oggi le avremmo viste tra i consiglieri regionali a rappresentare l’elettorato calabrese, riconoscendole il giusto ruolo e l’importanza del suo apporto, anche in mancanza di una legge. Che strana la nostra società, si presenta come evoluta rispetto ad un tempo storico non troppo lontano ma sul piano politico chiede l’incisività dello strumento legislativo obbligatorio. Per alcuni politici del genere maschile rimane un’usurpazione la doppia preferenza, un’invasione del territorio del campo politico all’insegna del potere tutto maschile. Perché parlar male di uno o dell’altro? Occorre saper scegliere tra chi si candida uomo o donna che sia. Nella gestione della cosa pubblica occorrono persone che siano capaci di rimanere incorruttibili di fronte ad un unico potere: i soldi. Mentre è del tutto sgradevole leggere dei facili costumi di uomini e di donne nei quali i primi vengono additati per la corruzione e le seconde che, per raggiungere scopi personali, accettano la richiesta di prestazioni anche sessuali per scalate al potere, entrambi discriminando e degenerando il loro stesso genere. Che dire poi delle pretese di certi uomini dell’ambiente politico che in forza del potere di cui si sentono investiti si rivolgono alle donne, al solo fine di riconoscerle un loro sacrosanto diritto o magari al lavoro, alla salute ecc. L’appello alle donne che si candidano o che appoggiano partiti e movimenti è: prendetevi i vostri rischi, e accettate le sfide – siate decise, chiedete risultati – siate fiduciose in voi stesse, rimanete voi stesse e dimostrate la vostra versatilità secondo fini rettamente morali!
*Presidente Commissione pari opportunità Udc