Lamezia: la chiusura del carcere “ e’ una “ingiustizia” per i lametini”

manifesto

Lamezia Terme – Il “Comitato Riapriamo il Carcere di Lamezia Terme”, dopo l’efficace manifestazione del 28 febbraio 2015, invita “nuovamente la cittadinanza a sollecitare a gran voce la riapertura del nostro Istituto penitenziario. Infatti, per non vanificare le iniziative già brillantemente intraprese, il Comitato ha richiesto èd ottenuto, per la data del 31 marzo 2015, alle ore 10.00 circa, un Consiglio Comunale aperto mirato alla riapertura della Casa Circondariale. L’invito riferisce il Comitato è “stato esteso a tutta la popolazione ed in particolare alla politica locale Provinciale e Regionale, ed a tutti gli organi istituzionali”, lo scopo “è quello di ottenere una delibera unanime per il ripristino dell’istituto, e tutelare il nostro territorio dai continui soprusi, dalle ruberie e dalle aggressioni selvagge che da anni minacciano lo sviluppo economico e politico della città. Vedi Ospedale, vedi stazione ferroviaria, reparto di pediatria, e di conseguenza quanto prima il Tribunale”.
Un forte appello il Comitato lo rivolge “principalmente al Governo Renzi (PD) invitandolo a ripristinare la riapertura dell’Istituto – non si può permettere di togliere ai cittadini un esempio di efficiente servizio penitenziario che da secoli garantisce una sicurezza per i lametini”. Per il Comitato “la scelta di chiudere la struttura, con l’obbiettivo di ridurre le spese, si è già tradotta in un moltiplicarsi di costi, disagi e tempo, a spese dei cittadini e della locale Procura, cosi facendo l’auspicato risparmio economico al quale debbono adeguarsi tutte le Amministrazione dello Stato non solo non è stato raggiunto ma, anzi, ha subito un enorme aggravio! Basta considerare il notevole flusso di arresti in un territorio come il nostro dove gravitano attività di cosche mafiose, si vedono costretti magistrati, personale della cancelleria, automezzi, con relativi autisti a fare la spola tra Lamezia Terme e Catanzaro, anche per una semplice notifica o convalida ad un detenuto appena arrestato”.

carcere_0744
Nonostante la decisiva presa di posizione dell’attuale Presidente del Consiglio Regionale Antoni Scalzo e del Consigliere regionale Arturo Bova i quali hanno presentato in Consiglio Regionale una mozione, approvata all’unanimità rivolta al Governo Renzi, a tutt’oggi il Comitato nota che “lo stesso Governo sta ignorando i lametini e tutta la classe politica dirigente”.
Considerato poi che il carcere di Lamezia Terme è stato completamente ristrutturato e adeguato alle vigenti leggi penitenziarie con una spesa pubblica di oltre 500 mila euro e che il nostro territorio è da sempre straziato dalle lotte tra violente cosche mafiose e criminalità organizzata è davvero inaccettabile per tutta la cittadinanza abbandonare una tale risorsa di legalità e giustizia. Attualmente “nell’Istituto sono presenti attrezzature informatiche per uffici, apparecchiature per laboratori particolari, quali sala Dna, video conferenza, sale colloqui, le nuove apparecchiature per immatricolare un detenuto appena arrestato “costo esorbitante” mobili e attrezzature per il funzionamento degli uffici, stanze detentive, insomma materiale che essendo di nuova assegnazione (anno 2012 – 2013) è fermo li ad aspettare che il tempo lo consumi, queste sono le risposte che la classe politica attuale deve dare ai cittadini, questo è quello che i cittadini pretendono – una decisione determinante giusta o sbagliata che sia e non campata in aria o momentanea come è la chiusura del carcere “temporanea””. Per questi motivi Il “Comitato Riapriamo il Carcere di Lamezia Terme”, rende noto che domenica 29 marzo 2015, nello spazio adiacente la scuola elementare di Nicastro lungo il Corso, si effettuerà la prima giornata di raccolta firme per sottoscrivere la petizione a favore della riapertura del carcere lametino. Questa iniziativa proseguirà, in date da destinarsi e che si renderanno tempestivamente note, nelle piazze di Sambiase e di Sant’Eufemia. La petizione con le firme raccolte sarà quindi inviata al Ministro della Giustizia e al Presidente della Camera dei Ministri.