Foibe: Mastroianni richiama alla memoria le vittime lametine

convegno-foibe-lameziaLamezia Terme – La Giornata del Ricordo, per non dimenticare gli italiani gettati nelle tipiche fenditure carsiche, le foibe, o deportati nei campi sloveni e croati, dove morirono di stenti e malattie, è iniziata con il deposito di una corona di alloro presso la strada intitolata allo loro memoria alla presenza, oltre che di un cospicuo numero di cittadini, del Sindaco Paolo Mascaro, dell’Assessore alla Cultura Elisa Gullo, la quale ha mostrato grande sensibilità verso una delle pagine più tristi del Secolo Breve, dell’Assessore Angelo Bilotta e di alcuni Consiglieri comunali, fra i quali Massimo Cristiano, Alessandro Isabella, Giancarlo Nicotera, Carolina Caruso, Mimmo Gianturco, Pasquale Di Spena, Francesco e Pasqualino Ruberto.
Deposta la corona di allora, il Sindaco ha ricordato i gravissimi fatti accaduti alla fine della seconda guerra mondiale, fra il ’43 e il ’47, per molto tempo sottaciuti, che hanno ritrovato convegno-foibe-lamezia4riconoscimento soltanto nel 2004 con la promulgazione della legge n. 94, che istituì appunto la Giornata del Ricordo, in memoria dei martiri delle Foibe e dell’esodo delle comunità giuliano – dalmate e istriane, vittime dei partigiani di Tito, che ebbero anche la collaborazione di alcuni partigiani comunisti italiani.
Successivamente, presso il Parco Impastato si è svolto un convegno tenuto ed organizzato dal Professor Francesco Mastroianni, al quale hanno partecipato numerosi ragazzi dell’Istituto tecnico De Fazio di Lamezia Terme, finalizzato a gettare luce su una delle pagine più agghiaccianti e nascoste della storia del nostro Paese.
convegno-foibe-lamezia1Il Professore Mastroianni ha, innanzitutto, sottolineato la resistenza ancora in essere, anche nella classe docente, nell’affrontare tale argomento, la quale ha radici profonde e lontane nel tempo, dovute anche alla diffusione nelle stesse scuole di libri di testo non idonei ad offrire un’analisi della realtà storica sempre corrispondente al vero: “persino la definizione di “foiba” in uno dei vocabolari maggiormente diffusi – ha ricordato il Professore – non affronta quanto accaduto ma si limita ad una descrizione meramente naturalistica, quale cavità carsiche; dimenticando che in esse centinaia di migliaia di italiani furono gettati, alcuni vivi ed altri morti, soltanto perché avevano difeso con orgoglio e dignità il loro Paese. Inoltre, insieme alle persone, molte volte nelle foibe venivano gettati anche dei cani neri, perché secondo una tradizione jugoslava, la loro presenza avrebbe impedito alle anime dei morti di trovare pace per sempre”.
Al fine di riportare in superficie quanto successo al confine convegno-foibe-lamezia3orientale italiano, nel corso dell’incontro sono state mostrate le testimonianze di chi ha vissuto da vicino quella tragedia, come la sorella di Norma Cossetto, studentessa istriana rapita, ripetutamente violentata e, infine, gettata in una foiba dai partigiani.
Inoltre, il Professore Mastroianni ha ricordato come anche alcuni lametini sono stati vittime delle persecuzioni, fra i quali la famiglia Garagozzo, la cui testimonianza è stata raccontata dall’Avvocato Nicola Garagozzo, che ha ripercorso la storia dei suoi genitori costretti a lasciare l’Istria, ove si trovavano per ragioni di lavoro, per sfuggire a morte certa.
Particolarmente accorato è stato l’appello rivolto dal Sindaco Mascaro ai ragazzi, affinchè non si lascino sopraffare “dalla mistificazione, che accompagna da sempre l’uomo, e dalla massificazione del pensiero”, mediante un sano esercizio critico e l’utilizzo sapiente dei mezzi di informazione.
convegno-foibe-lamezia2Il Sindaco Mascaro ha, altresì, sottolineato che era doveroso commemorare le vittime delle persecuzioni già in via dei Martiri delle Foibe per ricordare quanto accaduto in quattro anni di storia italiana, mentre rimane “triste che, nonostante una legge dello Stato, parte della società non ricordi quanto successo”.
Dopo aver sottolineato che “benchè numerosi eccedi continuino a succedere in varie parti del mondo, si tende, per volontà dei potenti, a ricordarne solo alcuni, ad interessarsi di ciò che succede in un angolo di Roma o di Parigi e non in Siria”, il Sindaco di Lamezia Terme ha rimarcato che “i morti non si nascondono e non vi sono morti di seria A e di serie B”.
In conclusione, il sindaco Mascaro ha auspicato che proprio da Lamezia Terme possa partire quella spinta necessaria a fare in modo che “la mistificazione dei fatti non muoia insieme all’uomo”.