Ragazza mortificata e violentata, condannati Rubino e Scalercio

scalercio-rubino-02-10-15Lamezia Terme – Sono stati condannati Elena Rubino, 55 anni, e il suo convivente, Emilio Giovanni Scalercio, arrestati dai carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata. La Rubino (difesa dall’Avvocato  Stefania Ielà) è stata  condannata alla pena di anni 7 di reclusione per il reato di violenza sessuale in concorso con lo Scalercio in danno della figlia con interdizione dai pubblici uffici e dalle cariche pubbliche per la durata della pena. Mentre  Scalercio(difeso dall’Avvocato Fabrizio Falvo) è stato  condannato alla pena di anni 12 di reclusione per il reato di violenza sessuale, con interdizione dai pubblici uffici e dalle cariche pubbliche per la durata della pena. Entrambi, inoltre, sono stati condannati  al risarcimento dei danni in favore delle costituite parti civili (difese dall’Avvocato Anna Moricca) da liquidarsi in separato giudizio, nonché alla somma di 10.000,00 euro a titolo di provvisionale.  Assolti entrambi dal reato di maltrattamenti. Sentenza con motivazione contestuale.
La sentenza è stata emessa questa mattina al temine dell’udienza davanti al Gup di Lamezia Emma Sonni. Vittima di insulti, mortificazioni e violenze sessuali quotidiane una ragazza affetta da un grave ritardo mentale, figlia della Rubino. Giornalmente la stessa subiva ripetutamente insulti, mortificazioni della persona da parte dei due consapevoli che la vittima non sarebbe stata creduta, che non avrebbe parlato – commuovente il suo “…non ce la faccio più” un frase sospirata tra le lacrime mentre era chiusa nella sua stanza nel silenzio e che ha fermato il cuore di tutti gli addetti ai lavori. L’attività svolta dagli investigatori ha consentito di scoprire come la povera vittima, venisse giornalmente e ripetutamente anche abusata sessualmente dallo Scalercio, con la piena consapevolezza della madre. Una casa dunque in cui tutti i giorni si ripeteva quel film già visto e che ormai aveva portato la povera ragazza affetta dai citati disturbi a considerare questa come una cosa normale, una consuetudine, un gioco. Sempre nel corso dell’attività fruono riscontrati altri abusi che sono al vaglio di ulteriori approfondimenti. Le richieste e i riscontri raccolti nel corso del tempo sono stati pienamente condivisi ed accolti dall’Autorità Giudiziaria che con apposita ordinanza ha disposto per entrambi l’arresto e la conseguente traduzione presso le case circondariali di Castrovillari e Vibo Valentia per essere ivi ristretti.