Lamezia: Comitato carcere, condivide Grandinetti ma….!

comitato-18-06Lamezia Terme – “Condividendo e abbracciando l’idea che non siamo l’uno contro l’altro ma dalla medesima parte per il bene comune nonché per il riscatto e il rilancio della nostra città, questo Comitato non può prescindere dalla ragione per cui si è costituito: la riapertura del carcere.
A due anni di distanza dalla sua chiusura e dalla contestuale promessa del trasferimento del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria nulla è stato fatto.
Portare avanti quindi un interesse comune, seppur in condizioni proibitive, senza lasciarsi allettare da alternative poste su un piatto d’argento, in quanto sono pressocchè sconosciute battaglie portare avanti in tal senso da nessun esponente o ex politico lametino, è chiaro segno non di egoismo ma piuttosto di coerenza, rispetto e passione per la propria città. E se è vero che il carcere è stato spogliato dei suoi arredi e delle sue dotazioni strumentali e logistiche è anche vero che strutturalmente mantiene tutti i requisiti della sua funzione restrittiva e pertanto, nel giro di due mesi e con una spesa di gran lunga minore a quella di trasformazione ad uffici provveditoriali, potrebbe essere rifunzionalizzato a casa circondariale”. Lo scrive in un nota il Comitato Riapriamo il Carcere di Lamezia Terme, in replica alle obiezioni che gli erano state mosse da Francesco Grandinetti sulla vicenda carcere si, carcere no, provveditorato si, provveditorato no.
Proprio in quest’ottica il Comitato Riapriamo il Carcere, si chiede “perché Provveditorato sì e carcere no?! Tanto più – aggiunge – che quest’ultimo è la naturale estrinsecazione del lavoro della locale procura e pertanto costituirebbe un appoggio forte per il mantenimento del nostro Tribunale ancora seriamente a rischio di chiusura”. Per il Comitato, poi, “poco appropriata appare anche l’indignazione rispetto alla parola scippo utilizzata dal Consiglio Comunale di Catanzaro, perché qualora effettivamente una legge dello Stato venisse prevaricata dallo stesso Stato non si potrebbe individuare termine più incisivo da utilizzare, posto anche che – aggiunge – in tale circostanza scippo non sta come cosa tolta a beneficio di un altro individuo bensì come vera e propria appropriazione indebita di un diritto sancito per legge”. Il comitato “chiarita ancora una volta, per amore di verità, la posizione e la causa per cui agisce”, si augura che “una fattiva e soprattutto convinta collaborazione di tutti, in primis quella del nostro primo cittadino Paolo Mascaro, possa portare a momenti di dialogo costruttivo e scelte poste in essere non per cavalcare l’onda ma per dare un futuro vivibile e sostenibile per tutti”.