Lamezia, lettera di Cittadinanzattiva e Tribunale del malato

Lamezia Terme – In una lettera aperta al Direttore Generale dell’Asp dottor Ilario Lazzaro, Fiore Isabella Responsabile Tribunale per i Diritti del Malato di Lamezia Terme e Felice Lentidoro Segretario Territoriale Cittadinanzattiva di Lamezia Terme pongono l’attenzione sulle limitazioni alle visite dei familiari ai congiunti ricoverati presso l’ospedale di Lamezia Terme.
“E’ con sincero rincrescimento – esordiscono – che il Tribunale per i Diritti del Malato e Cittadinanzattiva debbano rivolgersi a Lei per affrontare delle tematiche che, a fronte di una maggiore attenzione e sensibilità del Direttore Sanitario, dottor Gallucci, avremmo potuto attenzionare sul campo, in spirito di costruttiva collaborazione. Come è costume del TDM, che agisce all’interno dell’U.O. “Giovanni Paolo Secondo” , le segnalazioni che pervengono dall’utenza vengono inoltrate, senza alcun riscontro, sulla posta certificata del sopra richiamato direttore sanitario”. “Della cosa – precisano – siamo profondamente dispiaciuti ritenendo che il suo silenzio, indipendentemente dalla sua volontà, possa assumere il carattere della delegittimazione. Al di là di questo, però, ci preme sottolineare l’emersione di criticità che attendono alle condizioni dei degenti, in alcuni reparti in particolare, privati della possibilità di ricevere visite dai familiari e, dove indispensabile (nei frequenti casi di ricoverati particolarmente fragili), della loro protetta assistenza”.
“A tal riguardo – fanno presente – ci appare, con riferimento al contenuto delle segnalazioni ricevute dal TDM, esagerata la rigidità degli operatori sanitari, comunque inidonea a garantire la salute psicologica della persona ammalata, essenziale nell’economia del più ampio diritto alla salute di chi vive l’esperienza traumatica della degenza. Inoltre, si ha la sensazione della non applicazione di alcune importanti modifiche, in direzione di un allentamento protetto delle misure più stringenti, apportate al Decreto-Legge 22 Aprile 2021 n. 52, dall’art. 4, comma 1, lettera b del Decreto Legge n. 105 del 23 Luglio 2021, riguardanti “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da covid 19 e per l’esercizio in sicurezza di attivita’ sociali ed economiche”.
“Al di là di questo, riteniamo che sia indispensabile un recupero, all’interno dei reparti del nostro ospedale, della relazionalità intrafamiliare, adeguamente regolata e protetta, a beneficio delle persone sofferenti che necessitano di cure farmacologiche ma anche, e soprattutto, di superare la regressione pandemica della comunicazione. La solitudine, percepita come abbandono e vuoto di relazione, spesso diviene l’anticamera della depressione. Pensiamo che occorra intervenire, ed anche in fretta, con una Circolare che espliciti, facendo riferimento alla morma sopra citata che di fatto abroga alcune precedenti restrizioni, il diritto delle famiglie a visitare i propri cari in regime di ricovero e ad essere informati sistematicamente delle loro condizioni”. “Per rendere ciò possibile – concludono – in una fase fortunatamente di graduale uscita dall’emergenza pandemica, occorre dotare gli operatori sanitari degli strumenti, anche culturali, che facilitino la comunicazione del degente e non la ostacolino. La comunicazione non è, infatti, un mito regressivo ma è l’ esigenza insopprimibile di raggiungere l’altro nel suo silenzio per scoprirne il senso. Siamo fiduciosi che questa nostra riflessione possa costituire per Lei motivo per sollecitare attenzione concreta, nel rispetto delle norme scritte, alle istanze non scritte ma incastonate nella sensibilità umana di chi vive a contatto con la solitudine e la sofferenza degli altri”.