Lamezia Terme – Con delibera numero 9 del 22 aprile scorso, il Consiglio comunale di Lamezia Terme ha affidato in appalto alla City Green Light srl di Vicenza la gestione degli impianti di Pubblica illuminazione e Semaforici per la durata di 9 anni, esternalizzando un servizio riguardante 13.339 punti luce finora gestito dalla Multiservizi. Sul caso interviene il segretario cittadino del Pd, Gennarino Masi, che parla di “un appalto per il quale è stato notato un eccessivo protagonismo del sindaco Paolo Mascaro, che spinse per l’approvazione della delibera in fretta e furia, ignorando le richieste dei consiglieri di opposizione che chiedevano più tempo per studiare meglio gli intricati aspetti di una convenzione con la ditta aggiudicataria comportante una spesa di oltre due milioni di euro l’anno per una somma complessiva di € 18.244.478,92 in nove anni”.
Il Pd e le forze del centro sinistra, precisa Masi: “sostenevamo in quel frangente la necessità di approfondire la questione tenuto conto degli importanti finanziamenti nazionali e regionali in arrivo o già in essere per l’utilizzo delle energie rinnovabili, che avrebbero potuto avere ricadute positive sui bilanci del Comune e della Lamezia Multiservizi e sulla sorte dei sui suoi 4 operai addetti al servizio di manutenzione degli impianti di illuminazione. Non a caso sul tema dell’affidamento dell’appalto si sono susseguiti sulla stampa innumerevoli interventi che hanno messo in luce notevoli criticità, tanto da spingerci ad approfondire una vicenda che ancor oggi presenta dei punti (è proprio il caso di dire) oscuri. Partiamo dal fatto che il Comune prima del 2017 aveva commissionato alla Lamezia Multiservizi, già affidataria di quel servizio, uno “studio di fattibilità tecnico economica dell’intervento di ammodernamento e manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto di pubblica illuminazione stradale, ivi compresa la fornitura di energia elettrica, nonché la messa a norma dell’impianto e l’ammodernamento tecnologico e funzionale dello stesso nonché le attività finalizzate al conseguimento del risparmio energetico”.
La Lamezia Multiservizi avanzò, così, una proposta di gestione dell’intera rete di illuminazione pubblica comprendente un intervento di ammodernamento e messa a norma degli impianti, che prevedeva: La sostituzione di n. 11.038 lampade stradali del tipo SAP, con lampade a LED; La sostituzione di 175 armadi stradali e relativi quadri di comando con attrezzature di nuova generazione, comprensivi di timer astronomici; La installazione di timer astronomici nei restanti 63 armadi stradali; La sostituzione di 1.200 pali stradali di 9 metri di altezza con interasse medio di 30 metri; La sostituzione di circa 62.000 metri di cavo di alimentazione degli impianti; La sostituzione di un totale n. n. 479 lampade di vario tipo, con lampade di tipo SAP recuperate dopo le sostituzioni di cui al punto a ciò al fine di raggiungere una maggiore efficienza delle prestazioni, sia in termini di durata di che di qualità illuminotecnica”.
L’intervento di ammodernamento e messa a norma degli impianti avrebbe avuto, precisano dal Pd: “una durata di due anni prevedendo un costo totale di € 4.573.043,16 oltre IVA, calcolato sulla base del prezziario ufficiale della regione Calabria, oltre ad un canone massimo annuo di € 2.138.000 per la durata di 10 anni. Pur avendo la possibilità di procedere all’affidamento diretto alla Lamezia Multiservizi, il Consiglio Comunale, sulla scorta della Relazione Illustrativa dell’Ufficio Tecnico Comunale che quantificò la spesa storica media degli ultimi quatto anni sostenuta dal comune in € 2.051.114,14, decise di affidare l’incarico attraverso Consip alla City Green Light per nove anni e una spesa annua di € 2.027.164.32 e d € 18.244.478,92 totali. La delibera è corredata del parere favorevole dei Revisori dei Conti basato sulla relazione illustrativa, da cui si evince che la proposta del fornitore City Green Light comporterebbe un risparmio annuo di € 193.429,82. In realtà spulciando la Relazione Illustrativa dell’Ufficio Tecnico Comunale, si capisce che alla base della stessa sussiste un grande artificio, necessario e sufficiente per inventare un magico risparmio, in quanto la Relazione ingigantisce quasi triplicandoli i costi reali che vengono previsti per la riaccensione di 2.134 punti luce attualmente spenti. L’artificio consiste nel fatto che, partendo da un costo di consumo per ogni punto luce di 0,2 kilowatt all’ora e calcolando (come fa l’ufficio) un tempo di accensione di 11 ore giornaliere e una potenza media di 100 watt per ogni punto luce, si arriva correttamente ad un costo annuo complessivo per i 2.134 punti luce di € 179.928,00, mentre l’ufficio calcola erroneamente e falsamente, chissà perché, un costo spropositato di € 469.480,00 che è circa il triplo del consumo reale”.
Questo, secondo il Pd, “fa sì che rispetto alla gestione della Multiservizi il Comune, invece di risparmiare ogni anno € 193.429,82, verrà a corrispondere alla City Green Light costi maggiori per circa € 96.121,00 annui che, alla faccia del risparmio, moltiplicati per 9 anni fa un bel business di 865.089,00 euro complessivi. Con la beffa che mantenendo la gestione della Multiservizi i costi annui sarebbero stati in realtà pari ad € 1.931.042 in essi compresa la riattivazione dei 2.134 punti luce. Una scelta quella del Sindaco e della sua maggioranza sbagliata, però, non solo nella sostanza ma anche nel metodo (troppa fretta) in quanto il bando della Consip è ancora aperto, avendo appaltato appena il 50% dei servizi messi a gara. Che dire… in questa Città tra magia, mistero, suggerimenti e fretta si rischia sempre di aggravare le casse comunali”.