Lamezia: Piccioni, primarie centro sinistra “una commedia da prima repubblica”

Piccioni09-04-15

Lamezia Terme – “Abbiamo il dovere di parlare ai cittadini il linguaggio della chiarezza e non il politichese. L’esclusione del nostro movimento Lamezia Insieme, di Sel e di Lista Città dalle primarie di domenica prossima può essere definita in un solo modo:un sopruso in spregio a ogni regolae un atto di prepotenza politica!!! Ignorando tutti i colloqui politici avvenuti nei giorni precedenti, proprio alla vigilia di Pasqua, il presidente del comitato organizzatore per le primarie, con un comportamento alla Ponzio Pilato, si è lavato le mani di fronte alla nostra richiesta formale di partecipare alle primarie in nome dell’unità della coalizione e del bene della città”. Lo afferma Rosaio Piccioni commentando sul piano politico le scelte operate per quanto riguarda le primarie del centro sinistra e che lo vede escluso da questa competizione Secondo Piccioni la sua esclusione è avvenuta applicando “strumentalmente questioni tecniche e regolamentari rimandando il tutto a non meglio identificati rappresentanti politici della coalizione, dimenticando che in queste primarie le regole sono state ripetutamente violate e disattese”. In particolare, spiega Piccioni, “ammettendo alla competizione un candidato che, a differenza nostra, non ha raccolto le sottoscrizioni per la candidatura e non ha condiviso il percorso fatto dagli altri candidati”. E che Piccioni definisce “un atto di prepotenza politica che rompe un’alleanza di governo che in 10 anni ha riscattato l’immagine di Lamezia in tutta Italia, scrivendo una pagina di buona politica e di buona amministrazione per la nostra città”. Per Piccioni che aveva a suo tempo espresso un giudizio diverso sulle primarie del centro sinistra, “è inconcepibile che questa rottura avvenga nel Comune calabrese più grande in cui si andrà a votare il prossimo 31 maggio, con il rischio reale di riconsegnare Lamezia al centrodestra e far tornare la nostra città indietro di 10 anni, liquidando come nulla fosse un’esperienza di buona amministrazione guidata da Gianni Speranza della quale il Partito Democratico è stato, che lo ammetta o no, diretto protagonista”. Per Piccioni si tratta di “una scelta scellerata e incomprensibile soprattutto alla luce di una situazione regionale che vede Sel nella maggioranza che sostiene la giunta regionale di Mario Oliverio e che, nei maggiori comuni calabresi, vede Sel in coalizione con il Partito Democratico alle prossime amministrative”. Piccioni poi riferisce che il suo “obiettivo prioritario è stato sempre quello di favorire l’unità del centrosinistra, creare le condizioni per costruire una coalizione in grado di presentare una proposta autorevole e credibile per il governo della città”. Anche quando “il 4 marzo scorso ha scelto di non partecipare alle primarie, perché riteneva ci fosse il rischio concreto di inquinamento del voto da parte del centrodestra e perché non si riconoscevo in uno scenario politico segnato soltanto da polemiche e contrapposizioni personali”. Tutto ciò Spiega oggi Piccioni dopo essere stato escluso dalle primarie lo avrebbe fatto “per dare voce e forza a quello che il popolo del centrosinistra lametino chiede: unità e coerenza, meno polemiche e più proposte concrete per la città”. Quindi per Piccioni “la scelta del Pd di tenerci fuori dalle primarie, dopo aver espresso pubblicamente la nostra intenzione di rientrare e aver formalmente avanzato richiesta tanto al comitato organizzatore quanto ai rappresentanti politici della coalizione, li ha stanati: non è Rosario Piccioni che vuole sfasciare la coalizione, ma è il Partito Democratico che con un atto grave di arroganza e prepotenza politica rischia di consegnare la città al centrodestra”. Per Piccioni “questo deve essere chiaro a tutti e soprattutto ai cittadini: se al ballottaggio arriveranno due candidati del centrodestra, è frutto di una chiara scelta del Partito Democratico”. Piccioni adesso spiega il perché “ lo scorso 4 marzo ha scelto di non partecipare alle primarie” ed i fatti secondo il suo punto dimostrerebbero “la validità di quella scelta”. I fatti sarebbe sempre secondo il suo punto di vista che “il Pd lametino è stato commissariato, alcuni candidati si sono ritirati, il percorso delle primarie si è rivelato una commedia da prima repubblica di eterni rinvii, equilibrismi e tatticismi da vecchia politica”. Fatti che si sarebbero poi tradotti “subito dopo la scelta del Partito Democratico di convergere sulla candidatura di Enzo Richichi” e svela che “un esponente del Pd lametino recatosi appositamente presso il suo punto di incontro, gli ha chiesto se avessi voluto rivalutare la sua partecipazione alle primarie e se Soriero poteva contattarmi”. Lui ha “risposto: perché no?” E poi riferisce che “nella settimana prima di Pasqua, ci sono stati incontri con i dirigenti del Pd lametino e con gli altri candidati alle primarie ai quali” ha “ribadito la sua volontà di partecipare alla competizione”, incontrando “due volte il commissario del Pd lametino Soriero e lo stesso Enzo Richichi i quali – svela Piccioni – gli hanno fatto intendere un dato politico fondamentale: l’indirizzo del Partito Democratico è quello di segnare una discontinuità con l’amministrazione Speranza e privilegiare il rapporto con il “centro”, in linea con quanto accade a livello nazionale”. Ad a sostengo della sua tesi Piccioni richiama l’attenzione ricordando che “anche ieri nella sua iniziativa pubblica, Francesco Grandinetti ha parlato di un “accordo” che avrebbe visto protagonisti i vertici regionali del partito democratico”. Ora per Piccioni “il popolo di centrosinistra deve sapere qual è il contenuto di questi accordi, quale sono “le postazioni” ambite da Grandinetti per poter verificare il rispetto di questi accordi: se si tace su questo, siamo alla vecchia politica, agli accordi “sottobanco” e ai tatticismi fatti solo per garantirsi una sistemazione con il probabile vincitore”. Secondo Piccioni “il bene della città è sacrificato in nome di interessi personali, degli equilibri del partito democratico e dello stesso Soriero che vuole tornare a Roma con l’obiettivo raggiunto di avere un candidato con il brand del Pd, indipendentemente da quello che sarà l’esito delle vere elezioni del 31 maggio”. Quindi per il candidato a sindaco di “Lamezia Insieme” “si capisce allora che le primarie sono svuotate di significato politico e non sono più primarie del centrosinistra, ma primarie del Pd, perché tutti i candidati sono o tesserati del Pd o vicini all’area del partito democratico. Siamo di fronte a un atto di discriminazione grave”.