Caridi: Aula Senato vota a favore richiesta arresto

caridi-aula-senatoRona – L’Aula del Senato si e’ espressa in modo conforme alla Giunta per le immunita’, accogliendo la richiesta dei giudici di Reggio Calabria di custodia cautelare in carcere per il senatore di Gal Antonio Stefano Caridi.
La votazione si e’ svolta a scrutinio segreto: i voti favorevoli sono 154, i contrari 110 e gli astenuti, che al Senato valgono come voti contrari, 12.

Caridi: senatore a Aula, non perpetuate un’ingiustizia “Giudicate voi se e’ possibile escludere la strumentalizzazione”, e comunque “io mi difendero’ con tutte le forze dalle accuse che sono basate sul sentito dire. Da settimane vivo con l’incubo di chi legge e rilegge le carte. Non e’ sede questa dove fare un processo ma e’ un luogo in cui si puo’ perpetuare un’ingiustizia: io sono innocente e mi affido alla vostra coscienza di preservare l’integrita’ del Senato prima ancora della mia liberta’”. Lo ha detto Antonio Stefano Caridi, senatore di Gal, intervenendo in Aula prima del voto sulla richiesta di arresto che pende nei suoi confronti.

“Signor Presidente, onorevoli colleghi, prendo la parola in questa sede non solo per difendere la mia liberta’, la storia della mia vita, la mia dignita’ e quella della mia famiglia, ma anche per difendere il mio ruolo di parlamentare, di rappresentante del popolo nel momento in cui un’accusa, tanto sconvolgente quanto per me profondamente ingiusta, ha sconquassato la mia vita e quella dei miei cari”. Inizia cosi’, nell’Aula del Senato, la ‘difesa’ di Antonio Stefano Caridi, senatore di Gal, nei confronti del quale l’Assemblea di palazzo Madama si sta per esprimere sulla richiesta di arresto avanzata dai magistrati di Reggio Calabria.
“So, come ripetono in tanti, che questa non e’ la sede per fare il processo, analizzando nel dettaglio gli elementi di accusa o lo sviluppo delle indagini. Per quello che potro’, cerchero’ di non essere troppo analitico. Non posso evitare di iniziare questo mio intervento, dicendo che sono innocente, che non ho mai avuto rapporti o stipulato patti con il crimine organizzato, non ho mai partecipato a organismi segreti, ne’ a logge massoniche e che non ho mai svenduto il mio ruolo. Mi si accusa di aver fatto parte di una componente apicale e segreta della ‘ndrangheta, pur senza indicare un fatto – uno – che dimostrerebbe quell’infamante accusa. In questi vent’anni di indagine – sottolinea Caridi – i fatti dimostrativi del ruolo cosi’ fondamentale che mi viene addebitato sarebbero, infatti, l’assunzione di sei persone in una societa’ controllata del Comune, ovvero la circostanza, narrata ma non dimostrata in alcun modo, secondo la quale avrei assicurato le cure di un medico – non io, ma una persona diversa da me – a un latitante. Pero’ non si indica a me da quanto dovrei difendermi e a voi, che dovrete decidere, se e’ giusto privarmi della liberta’ in vista del processo e, allo stesso tempo, vulnerare l’integrita’ del Parlamento, quando, come e dove questo pseudofatto sarebbe avvenuto”.
“Non una circostanza specifica, una descrizione, un nulla. Mi si accusa di aver avuto da sempre l’appoggio elettorale delle cosche, eppure si dimenticano quelle tornate elettorali del 2000 e 2005 in cui non sono riuscito a essere eletto, ovvero ho raccolto un numero di voti inferiore a quello di altri candidati proprio nei paesi in cui, storicamente, le famiglie della ‘ndrangheta hanno un ruolo determinante. Che logica c’e’ in questo?”.

Dopo una lunga disamina delle accuse mossegli, Caridi prosegue: “Del resto sarei parte di un vertice che sovraintende alle attivita’ strategiche delle cosche e pero’ sarei costretto a mendicare voti, senza neppure ottenerli. Sarei nel cuore dell’organizzazione mafiosa, ma il gip – riflettete su questo fatto – ha escluso che nei miei confronti possa essere applicata l’aggravante di cui all’articolo 416-bis, secondo comma, del codice penale, cioe’ proprio quella che sanziona l’attivita’ di promozione, direzione e organizzazione della consorteria. Che logica c’e’ in questo?”. E ancora: “Tentero’ di difendermi con tutte le mie forze, nel corso del processo, da un teorema che appare una sequela di accuse senza fatti, senza circostanze specifiche, oppure per sentito dire”. “Giudicate voi se sia logico, coerente con lo sviluppo abnorme di questa vicenda, dopo avermi trattato alla stregua di una selvaggina cui si concede il passo lungo, ipotizzare l’esistenza di esigenze cautelari che dovrebbero automaticamente portarmi in carcere, dopo che gli ultimi fatti che hanno un minimo determinatezza risalgono al piu’ tardi al 2008. Giudicate voi, perche’ il vostro sara’ un giudizio in difesa delle guarentigie di un parlamentare”. Insomma, aggiunge ancora Caridi, “giudicate voi, perche’ il vostro sara’ un giudizio in difesa della separazione dei poteri, se e’ possibile escludere la strumentalizzazione, o anche solo il cattivo utilizzo degli strumenti giudiziari, il cui effetto indiretto sarebbe quello di negare l’integrita’ del Parlamento, se una persona, un esponente politico, un parlamentare, puo’ essere di fatto inquisito ininterrottamente per piu’ di tre lustri, interrogando sul suo conto i collaboratori di giustizia con domande spesso suggestive, disponendo intercettazioni telefoniche, senza mai portarlo a giudizio, senza mai informarlo delle accuse, generiche, ma risalenti anche ai primi anni 2000. Giudicate voi il grado di civilta’ di un sistema che permette, per tutto questo tempo, prima di valutare gli elementi raccolti non idonei neppure a contestare un singolo reato e poi di “rileggere” le carte, le stesse carte, e scoprire di trovarsi di fronte ad un membro di un organo di vertice delle cosche”.