Regione: Consiglio, manca numero legale, chiusura tra le polemiche

Reggio Calabria – Si è conclusa tra le polemiche l’odierna seduta del Consiglio regionale, durata quasi quattro ore. Il dibattito si è infiammato al momento della discussione dell’ordine del giorno del consigliere regionale della Casa delle libertà, Giuseppe Pedà, sulla Zona economica speciale di Gioia Tauro e sui ritardi nella sua operatività, ordine del giorno già da alcuni mesi in calendario. A intervenire sul punto è stato il vicepresidente della Regione e assessore alla Portualità Francesco Russo, che ha ricordato come “la Zes per noi è fondamentale, ricordo che è stato questo Consiglio regionale a sollecitare il Parlamento. Nel breve ci potrà essere il regolamento di indirizzo per 200 milioni e lo sportello per le imprese, che è una presenza fisica e concreta della regione sul territorio”. Dopo l’intervento di Russo ha preso la parola il presidente di turno in aula, il segretario questore del Consiglio regionale, Domenico Tallini, che ha dichiarato tolta la seduta avendo constatato la mancanza del numero legale. Pedà ha manifestato “grande disappunto” per la mancanza del numero legale, aggiungendo: “D’ora in poi non voterò più alcun ordine del giorno di nessuno, questa è una vergogna. E’ da gennaio che è in calendario il mio ordine del giorno sulla Zes concordando passaggi con il vicepresidente Russo, il rinvio – ha sostenuto Pedà – è una mancanza di rispetto, per Gioia Tauro in primo luogo, ma anche per il mio gruppo”.

 

Il capogruppo del Pd, Sebi Romeo, ha proposto di porre l’ordine del giorno sulla Zes di Gioia Tauro come primo punto del prossimo Consiglio regionale, in programma il 24 giugno. A dirsi contrariato è stato anche il capogruppo della Cdl, Gianluca Gallo, che ha parlato di “problema politico, non relativo al singolo ordine del giorno, ed è quello del reciproco rispetto delle parti di questo Consiglio regionale. Oggi ci sono condizioni diverse rispetto a due anni fa, la maggioranza non ha più i numeri e il numero legale lo teniamo noi. Dobbiamo capire – ha sostenuto Gallo – se la legislatura può andare avanti o no. C’è una questione politica seria, che va affrontata altrimenti non entriamo più in Consiglio regionale. C’è un problema di rispetto tra maggioranza e minoranza di cui – ha detto Gallo – deve farsi garante anche il presidente della Giunta”. A sua volta, Baldo Esposito, di Ncd, ha detto di “condividere lo sfogo di Pedà” ma ha aggiunto: “Il dato politico emerge in tutta evidenza. Al presidente Oliverio ricordo che il Piano sul turismo non sarebbe passato senza il nostro sostegno”. Tallini ha invitato “tutti a fare una sana riflessione, cercando di essere coscienti del momento che vivono adesso la Regione Calabria, questa amministrazione e questa maggioranza. I miei colleghi di opposizione hanno ragione, la maggioranza non c’è più, ma mi permetto di correggerli perché in questa fase è giusto avere un atteggiamento improntato alla responsabilità. La maggioranza – ha proseguito il consigliere regionale di Forza Italia – è percepita come fallimentare, mentre noi siamo percepiti come chi governerà la Regione nel prossimo futuro e quindi dobbiamo essere più responsabili. Al presidente Oliverio però chiediamo di avere un atteggiamento di grande fermezza nei confronti dei consiglieri della sua parte che si dichiarano organici alla sua maggioranza ma poi – ha annotato Tallini – fanno mancare il numero legale”. A intervenire è stato ancora Romeo, per il quale “le parole di Tallini hanno ricondotto la questione alla realtà. Oggi abbiamo fatto un importante Consiglio regionale, approvando provvedimenti con notevoli ricadute per la Calabria. Non abbiamo difficoltà a riconoscere il contributo dell’opposizione del centrodestra, ma questo esercizio si svolge nell’interesse della Calabria. Registro però comportamenti non consoni a chi è eletto, sia di centrosinistra o di centrodestra”.

E, ha rimarcato il capogruppo del Pd, “propongo anche una modifica al Regolamento sulla produttività e sulla presenza dei consiglieri, perché è giusto che stia a casa chi non ha il senso delle istituzioni. Vedremo comunque in occasione del Bilancio se ci sono i numeri per andare avanti, se non ci sono ognuno si determinerà di conseguenza, ma se ne parlerà solo al momento del Bilancio. Oggi l’assemblea si conclude così perché ci sono consiglieri regionali non adeguati al ruolo: non è una questione di centrodestra o centrosinistra ma – ha ribadito Romeo – di decoro, che ad alcuni consiglieri manca”.
A concludere i lavori è stato il governatore Mario Oliverio: “Bisogna distinguere due livelli: ci sono problemi di natura politica, che vanno valutati politicamente, e ci sono poi problemi che attengono ad atteggiamenti personali e a un approccio etico al ruolo di rappresentanza. Stasera abbiamo fatto un Consiglio ricco di discussione. Ha ragione Romeo, va fatta una riflessione perché – ha sostenuto il governatore – non si può interpretare il ruolo di consigliere regionale come uno ‘scappa e fuggi’, non è rispettoso in primo luogo per la Calabria: stasera di questo si tratta. Dico che non è possibile comportarsi così, e che è opportuno che ci siano regole. O ci si alza e si giustifica l’assenza o si chiede una sospensione o un aggiornamento o scattano misure diverse. Se ci sono problemi politici, benissimo: allora ci si alza e ci si pronuncia sul piano politico, si dice che c’è un’assenza per motivi politici e si prende atto che cos on problemi di ordine politico, in modo tale da rendere trasparente la discussione e da evitare di strumentalizzare le assenze. Questo gioco del ‘gatto con il topo’ svilisce solo le istituzioni, lo dico stasera in conclusione di un Consiglio regionale che è stato proficuo ed è triste tornare al punto di partenza”. Oliverio quindi ha osservato: “Non si vogliono minimizzare, ovattare o mettere in sordina problemi politici quando ci sono. Problemi politici ci sono stati e sono stati discussi apertamente e anche aspramente in quest’aula, nessuno si è mai sottratto. Ma ci sono responsabilità di carattere personale e istituzionale che non possono essere nascoste, perché altrimenti – ha concluso il presidente della Regione – ci nascondiamo sempre dietro la politica e non è giusto che sia così. Ci sono responsabilità di carattere personale e istituzionale che non possono essere nascoste dietro altre ragioni, se queste ragioni non ci sono, com’è evidente stasera”. Dopo l’intervento di Oliverio, il presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, ha tolto definitivamente al seduta.