Catanzaro – Dopo la manifestazione nazionale di sabato 28 novembre, anche in Calabria i medici ospedalieri e territoriali, di medicina generale e pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali e i liberi professionisti, i dirigenti sanitari e i medici veterinari del Servizio sanitario nazionale aderiscono allo sciopero generale per l’intera giornata del 16 dicembre proclamato da tutti i sindacati della dipendenza e della convenzione. Lo sciopero e’ stato proclamato dalle organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria: Aaroi/Emac, Anaao Assomed, Anpo Ascoti Fials Medici, Aupi, Cgil Medici, Cisl Medici, Cimo A, Fassid, Fesmed, Fvm, Sinafo, Snabi Sds. In una nota le organizzazioni evidenziano che “lo sciopero indetto al termine di una lunga fase di contestazione dei dirigenti della sanita’ che hanno a piu’ riprese denunciato il collasso del servizio sanitario pubblico, risultato della drastica riduzione della qualita’ e della quantita’ delle prestazioni erogate ai cittadini, dei conflitti istituzionali, della mortificazione e penalizzazione di chi vi opera. La sanita’ – e’ stato aggiunto – si ferma anche nella nostra regione per denunciare l’indifferenza del Governo ai problemi della sanita’ e difendere la dignita’ del lavoro dei professionisti del settore. Con l’hashtag #iomimobilitoetu, quale aggregatore tematico, il 16 dicembre tutti gli operatori dirigenti medici e non, manifestano e si astengono dal lavoro per 24 ore, garantendo esclusivamente i servizi essenziali, a difesa della sanita’ pubblica e per costruire una sanita’ migliore”. In Calabria la mobilitazione scaturisce anche da ulteriori criticita’ derivanti dal riordino del servizio sanitario che continua a vedere posizioni conflittuali tra i protagonisti istituzionali. Una condizione che si verifica, secondo le organizzazioni, “con il mancato coinvolgimento dei sindacati ai quali era stato soltanto promesso l’apertura del tavolo di coordinamento regionale, mentre continua l’invasione dell’Universita’ nelle aziende territoriali con pericolo dei pochi posti apicali residuati alla cura degli standard”. Le sigle sindacali hanno quindi chiesto “a tutti di vigilare affinche’ siano garantiti anche in Calabria livelli essenziali di organizzazione indispensabili per erogare anche in questa vituperata realta’ quei livelli essenziali di assistenza obiettivo primario per chi dovrebbe occuparsi di sanita’, che continua a rappresentare un diritto negato ai cittadini calabresi dal 2007 come allora rilevato nell’audizione al Senato del direttore generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute, Francesco Bevere”.