Sanita’: Demoskopika, Calabria regione “malata”

sanita-600-x-400Catanzaro – Sette realta’ regionali “sane”, cinque “influenzate” e otto “malate”. E’ questo il quadro che emerge dalla mappatura sull’efficienza sanitaria nelle regioni italiane ideato dall’Istituto Demoskopika. In testa alla classifica, con il piu’ alto indice di performance, si collocano il Trentino Alto Adige (462,2 punti), seguito dalla Lombardia (445,1 punti) e dal Lazio (443,1 punti). In coda si posizionano la Calabria (197,8 punti) preceduta dalla Puglia (233,6 punti) e dalla Sicilia (242,2 punti). Le migliori perfomance al Nord con ben cinque regioni, due per il Centro. Sul versante opposto, i peggiori piazzamenti si registrano nell’intero Mezzogiorno. E’ quanto emerge dall’IPS, l’Indice di Performance Sanitaria realizzato dall’Istituto Demoskopika sulla base di sette indicatori: soddisfazione sui servizi sanitari, mobilita’ attiva, mobilita’ passiva, liste d’attesa, spesa sanitaria, spese catastrofiche e famiglie impoverite a causa di spese sanitarie. La piu’ “sana” e la piu’ “malata” – secondo lo studio – sono Trentino Alto Adige e Calabria.

“Sui risultati – si legge – hanno pesato in chiave positiva per il Trentino Alto Adige i due primi posti ottenuti nelle classifiche parziali della soddisfazione dei servizi sanitari e della rinuncia a curarsi a causa delle lunghe liste d’attesa. In tutt’altra direzione la perfomance della Calabria, il cui primato negativo della regione piu’ malata e’ determinato da ben tre ultimi posti: rinuncia a curarsi per le lunghe liste d’attesa, famiglie impoverite a causa delle spese sanitarie out of pocket (farmaci, case di cura, visite specialistiche, cure odontoiatriche, etc.) e quota di famiglie soggette a spese sanitarie out of pocket catastrofiche, ovvero a spese che superano la disponibilita’ al netto delle spese di sussistenza. Nel 2013, in Calabria – continua Demoskopika – oltre 50 mila famiglie sono state costrette ad affrontare spese socio-sanitarie catastrofiche, pari al 6,3% delle famiglie residenti a fronte di una media italiana del 3,2%. Inoltre, sono stati circa 15 mila i nuclei familiari che sono piombati al di sotto della soglia di poverta’ a causa delle spese sanitarie out of pocket. Infine, sono stati ben 227 mila i calabresi che hanno rinunciato a curarsi: 170 mila per motivi economici, 37 mila a causa delle lunghe liste d’attesa per l’accesso alle prestazioni, 6 mila per l’impossibilita’ di assentarsi dal lavoro, 4 mila per paura delle cure, 6 mila in attesa di risoluzione spontanea del problema e 4 mila per altri motivi”.