Carceri: Pili (Unidos), a Sassari 66 capimafia; “Atto di follia”

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Sassari – Sono 66 i detenuti altamenti pericolosi, uomini della criminalita’ organizzata nazionale e internazionale, trasferiti nell’ultimo mese e mezzo nel carcere di Bancali a Sassari. Fra loro Francesco Schiavone, il boss dei casalesi noto come “Sandokan” rinchiuso dai primi di giugno e adesso anche Pasquale Zagaria, detto “Bin Laden” e Raffaele Amato, noto come “O Spagnolo”. E’ quanto denuncia il deputato di Unidos Mauro Pili (Unidos), in occasione di una visita ispettiva a Bancali, ribattezzato dal parlamentare “Cajenna di mafia”. “Con un blitz segreto, durato diversi giorni, i piu’ spietati capi del crime organizzato sono stati trasferiti a Sassari”, denuncia Pili. “All’appello ne mancherebbero ancora venti, rispetto alle 92 celle predisposte: alcune verranno tenute libere”. “Aver trasferito in Sardegna 66 capimafia e’ un atto di follia inaudita e gravissima”, contesta il deputato, che ha annunciato una nuova interrogazione urgente al ministro della Giustizia Andrea Orlando, per invitarlo a riferire alla Camera.

“L’impatto dei trasferimenti rischia di diventare devastante”, argomenta il parlamentare sardo. “E’ la conferma del disegno scellerato del ministero per scaricare i detenuti piu’ pericolosi. Il pericolo non e’ tanto quello interno al carcere, dove le condizioni sono comunque gravissime, piuttosto le infiltrazioni mafiose o camorristiche in un territorio ancora sano ma oggi piuttosto debole. La Sardegna finora e’ risultata estranea a fenomeni di questo tipo, ma il trasferimento di questi detenuti comporta un rischio altissimo, come la possibilita’ che le stesse famiglie possano trasferirsi in Sardegna pur di stare a contatto diretto e costante con i proprio congiunti detenuti”.
“Il mortificante silenzio della Regione e della classe politica”, accusa Pili, e’ l’ennesimo atto di servilismo verso lo Stato e questo governo che pensa solo a scaricare sulla Sardegna nuove e gravi tensioni”.