Intimidazioni: Barbanti, segnale forte da Stato e magistratura

Barbanti-Sebastiano2409Lamezia Terme – “Una situazione molto complessa a cui lo Stato deve dare una risposta decisa tale da far sentire la presenza delle istituzioni ai cittadini lametini e calabresi”. Lo afferma l’onprevole Sebastiano Barbanti, dopo l’incontro con il prefetto di Catanzaro, Luisa Latella. “Le operazioni condotte in questi ultimi anni da forze dell’ordine e magistratura – continua Barbanti – hanno consentito di smantellare i vertici storici dei clan sui territori. Adesso pero’ si assiste ad un fenomeno di rioganizzazione della malavita con il tentativo di creazione di nuovi capibastone – lo dimostra la giovane eta’ dei fermi prontamente realizzati in questi ultimi giorni – che provano a trascinare inquesta nuova spirale di barbarie imprenditori, commercianti e cittadini. Ma e’ proprio in questo momento di debolezza dei clan che lo Stato deve supportare icittadini facendogli percepire la sua presenza sul territorio con lo scopo di debellare definitivamente il fenomeno mafioso nella nostra terra. Nonostante l’enorme lavoro che le forze di polizia portanoavanti in situazioni molto difficili, il loro impegno si scontra con le difficolta’ della magistratura che nonostante la dedizione di gip e magistrati non riesce a sopperire all’ enorme carico dilavoro in quanto l’organico e’ notevolmente sottodimensionato. Necessari a questo punto, oltre al dovuto ed indifferibile aumento dell’organico degli organi giudiziari, la creazione di sistemi di premialita’, come ad esempio ilRating di Legalita’, per leaziende che non si piegano alle richieste della ‘ndrangheta e che potrebbe garantire un maggiore accesso al credito sevengono rispettati alcuni criteri che assicurano all’azienda un punteggio che ne accerti la virtuosita’. Utile anche il protocollo di intesa ratificato a dicembre tra la Prefettura e Unindustria per replicare sulle aziende private il sistema di “certificazione” antimafia in uso nella pubblica amministrazione. “Naturalmente tutto questo non puo’ prescindere – conclude Barbanti- da un massiccio investimento su scuola e cultura che deve vedere impegnato il governo in prima persona, perche’ i cambiamenti non possono dipendere soloda incentivi di tipo economico. Senza il contributo di un sistema scolastico che sradichi dal profondo la concezione di sudditanza alla mafia e senza gliinvestimenti in cultura che possano poi creare degli sbocchi lavorativi, difficilmente potremmo assistere ad un reale cambiamento in poco tempo”.