‘Ndrangheta: blitz Veneto, usura con tassi fino al 300%

Venezia  – L’operazione condotta oggi dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Padova e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia a seguito di indagini dirette dalla Procura Distrettuale Antimafia di Venezia nei confronti degli appartenenti a un’organizzazione criminale di matrice ‘ndraghetista ha registrato numerose perquisizioni in Veneto, Lombardia, Calabria e Emilia Romagna unitamente a sequestri di denaro contante, conti correnti, quote societarie, beni mobili e immobili riconducibili agli indagati per un ammontare complessivo di 8 milioni di euro, corrispondente al prezzo e profitto del riciclaggio e dei collegati reati fiscali. L’indagine ha consentito di evidenziare la presenza e l’operativita’ di una articolazione della cosca di ndrangheta Grande Aracri di Cutro (Crotone), che si era insediata nella provincia di Padova e in quelle di Treviso, Vicenza e Venezia. In un contesto in cui non si e’ disdegnata l’uso della violenza nei confronti di diversi imprenditori gli uomini legati alla cosca acquisivano territorio e aziende per riciclare e sviluppare attivita’ illecite. I Carabinieri di Padova, con puntuali attivita’ di osservazione e ascolto delle conversazioni hanno portato alla luce diversi episodi qualificabili come di attivita’ estorsiva e usuraia, con tassi di interesse fino ad oltre il 300%, in danno di imprenditori locali, nonche’ sono state riscontrate varie operazioni di riciclaggio di ingenti somme di denaro provenienti dalle attivita’ illecite della cosca calabrese, realizzate attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti sfruttando anche con la c
imprenditori veneti.

In particolare e’ emerso come, dapprima con minacce e poi, se necessario, con aggressioni fisiche nei casi in cui le intimidazioni non fossero state sufficienti, siano stati modificati gli assetti societari delle aziende asservite agli indagati con la fittizia attribuzione di quote societarie, per arrivare anche all’estromissione dei legittimi proprietari. Nel tempo, i sodali dell’organizzazione criminale sono riusciti a penetrare nel tessuto socio economico locale producendo, con la violenza e l’utilizzo di armi, attraverso societa’ cartiere, tutto il supporto documentale necessario alle operazioni di riciclaggio, mascherando i reali profitti di aziende pulite, potendo cosi’ eludere il fisco, accantonare una ingentissima quantita’ di liquidita’ in nero e, non per ultimo, mettere a rischio i naturali meccanismi della concorrenza, producendo un danno calcolato in 8 milioni di euro per prezzo e profitto del riciclaggio e dei collegati reati di natura fiscale. Agli indagati, a vario titolo, sono contestati i delitti di associazione mafiosa e associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, all’usura, al riciclaggio e al trasferimento fraudolento di valori. E’ contestata anche la dichiarazione fraudolenta mediante emissione di fatture per operazioni inesistenti e la distruzione di documenti contabili. Nel corso delle indagini sono emersi stretti contatti tra esponenti della cosca ‘ndranghetista e una vasta platea di imprenditori veneti e intermediari a cui risultavano essere consegnate periodicamente cospicue somme di denaro contante.

 

‘Ndrangheta: Zaia, bene operazione; Veneto e’ terra onesta’
“Che si tratti di criminalita’ organizzata o no, questi figuri devono capire che il Veneto e’ terra di onesta’ e di legalita’, che non sopporta i delinquenti e che e’ supportata da Inquirenti e Forze dell’Ordine tenaci, preparati, duri quanto serve. Pane duro da masticare per il crimine, che lo sara’ ogni giorno di piu’. Vale a dire tolleranza zero”: e’ quanto dichiara il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, appresa la notizia di una vasta operazione contro la ‘ndrangheta in Veneto, nell’ambito della quale i Carabinieri di Padova e la Guardia di Finanza di Venezia stanno eseguendo decine di misure di custodia cautelare, con gravi accuse. Zaia ha voluto complimentarsi per “l’importante operazione contro la criminalita’ organizzata nel Veneto, una conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, dell’efficienza della Procura Distrettuale Antimafia di Venezia guidata da Bruno Cherchi e del coordinamento delle forze dell’ordine sul campo”.