Bergamotto: l’essenza di Calabria conquista l’Europa

bergamotto04Reggio Calabria  – Il bergamotto e’ chiamato ‘oro verde’ per le sue proprieta’ che ne fanno un elemento base per l’industria farmaceutica e per quella dei profumi. Ma anche e soprattutto per il contributo all’economia di un comprensorio che si estende da Villa san Giovanni, estrema punta dello Stivale, alla Locride. E’ in questa fascia di territorio della provincia di Reggio Calabria che e’ concentrata la produzione nazionale di questo particolarissimo frutto, che occupa 1.500 ettari di agrumeti, con una media annuale di 200.000 chili di prodotto. Circa 7.000 gli addetti ma la cifra – spiega all’Agi il presidente del Consorzio di tutela del bergamotto di Reggio Calabria, Ezio Pizzi – potrebbe anche raddoppiare. Le possibilita’ d’impiego, come elemento base dell’industria profumiera e di quella farmaceutica e alimentare, come antidoto al colesterolo alto, sono enormi. “Il successo del Sauvage Dior e’ l’ennesima esaltazione del prodotto. Nei giorni scorsi, il profumo basato su una fragranza al bergamotto prodotto dalla Dior, il cui testimonial e’ l’attore Johnny Depp, e’ stato eletto ‘profumo dell’anno’ da un giuria di 65.000 consumatori”.

“E’ l’ennesima esaltazione del nostro agrume – prosegue Pizzi – in quanto negli anni passati anche Ermenegildo Zegna aveva lanciato una nuova fragranza al bergamotto, cosi’ pure due anni fa “Acqua di Parma” e recentemente il colosso Estee Lauder”. Tre successi ai quali si aggiunge quest’ultimo riconoscimento della Dior. L’essenza utilizzata per ‘Sauvage’ proviene dalla vallata dell’Amendolea “dove la Dior – spiega ancora – ha girato anche un video”. Dunque, un investimento anche sotto il profilo turistico.
“Tutto questo – continua il presidente del Consorzio di tutela del bergamotto – ci esalta e ci da’ la forza di continuare nell’azione di valorizzazione del prodotto che ha raggiunto livelli di interesse mondiale. Sembra strano – aggiunge – ma il bergamotto era molto piu’ conosciuto all’estero che in Italia. Negli ultimi anni, invece, sta tornando l’interesse anche nel nostro Paese, anche perche’ e’ stato inserito tra le voci di utilizzo non solo per gli oli essenziali, ma anche per il contenuto interno. Il frutto ha proprieta’ salutistiche dimostrate scientificamente che inibiscono la produzione di colesterolo nel sangue, bloccano la produzione di trigliceridi e addirittura abbassano il contenuto glicemico del sangue”. Si tratta, secondo studi condotti dall’Universita’ di Parma, di una “efficacissima” azione di prevenzione e lotta verso tutte patologie vascolari e diabetiche. “Gli studi – spiega Pizzi – hanno dimostrato che l’assunzione giornaliera di un frutto di bergamotto riesce ad abbassare la glicemia di oltre il 20%”.
Tutto questo, secondo il Consorzio, puo’ incidere significativamente anche nei parametri economici dell’area della provincia di Reggio Calabria, l’unico posto al mondo in cui il frutto trova le condizioni ideali. “L’altro aspetto della medaglia – conferma Pizzi – e’ infatti rappresentato dalla ricaduta di carattere economico-sociale che puo’ derivare dall’utilizzo di quella parte del frutto che un tempo rappresentava una notevole difficolta’ di smaltimento e che invece oggi da problema diventa risorsa. Si aprono nuove opportunita’ di portata inimmaginabile”. Se un tempo, infatti, una volta estratti gli oli essenziali dalla buccia, il resto veniva gettato via, oggi viene utilizzato l’intero frutto, grazie alle proprieta’ salutistiche che lo rendono appetibile anche per l’industria alimentare. Il consorzio di produttori reggini, nel solo periodo 2015-2016, ha commercializzato 5.000 quintali di frutto fresco di bergamotto. “Se riuscissimo – spiega Pizzi – a convincere gli italiani a consumare un solo frutto di bergamotto all’anno, dovremmo raddoppiare l’attuale produzione. Oggi vivono di questa coltura circa 6-7mila addetti. Non dico che raddoppieremmo questo numero, ma certamente si creerebbero altri 3.000 posti di lavoro”. Il 90% della produzione e’ destinato all’Italia, ma aumentano negli ultimi anni le esportazioni nei Paesi europei. L’obiettivo e’ superare la quota del 10% della produzione commercializzata fuori dai confini nazionali. Si guarda soprattutto alla Russia e all’Est Europa. I contatti, spiega Pizzi, ci sono gia’ stati e si attende solo il via libera, perche’ occorre superare il problema rappresentato dalle sanzioni: “Se cadono le sanzioni al commercio verso la Russia – dice il presidente del consorzio – abbiamo buone prospettive perche’ i contatti erano gia’ stati aperti prima dell’inizio delle sanzioni. L’Est Europa, dove gli agrumi non esistono, puo’ rappresentare un’opportunita’ interessante – dice – non solo per il bergamotto ma per l’agrumicoltuta del meridione e della Calabria in particolare”.