Perseo: il tribunale chiede perizia per Rosanna Notarianni

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di Claudia Strangis e Stefania Cugnetto

– Lamezia Terme – Un’udienza lunga e travagliata, quella di oggi, che si è celebrata al Tribunale di Lamezia nell’ambito del processo Perseo. La protagonista è stata Rosanna Notarianni, la donna che, dopo aver deciso di collaborare con la giustizia, con le sue dichiarazioni e quelle del marito Giuseppe Angotti, ha contribuito a ricostruire i fatti criminosi della sua famiglia e i legami con la cosca Giampà, tutti coinvolti nelle due maxi operazioni “Medusa” e “Perseo”. Le aspettative sulla sua deposizione in aula oggi, sono state disattese. La collaboratrice di giustizia, la prima donna a pentirsi e ad avere il coraggio di accusare suo padre e i suoi fratelli, fin dalla prima domanda che il pubblico ministero Elio Romano le ha posto, è apparsa chiaramente confusa e turbata, mostrandosi in difficoltà anche nell’elencare i nomi dei suoi familiari. L’esame è proseguito, ed a ogni domanda la Notarianni ha risposto in maniera vaga, è riuscita solo a dare conferma quando il pubblico ministero le ha letto i verbali d’interrogatorio. Tutto l’esame è stato caratterizzato da una serie di “non ricordo” e “non so precisamente”, talvolta le risposte sono state in totale contraddizione con quello che la donna ha riferito in sede d’interrogatorio. Rosanna Notarianni avrebbe dovuto parlare di tutti i suoi familiari, fratelli e genitori, i quali l’avrebbero sottoposta a minacce e pressioni dopo il pentimento di suo marito Giuseppe Angotti, ma anche su questo punto la donna ha risposto a malapena.

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Altri temi affrontati sono stati lo spaccio di sostanze stupefacenti, armi, usura ed atti estorsivi, condotte che la donna avrebbe addebitato ad alcuni dei suoi fratelli. In aula oggi, però, Rosanna Notarianni non è stato in grado di ricostruire questi dati, nonostante il pubblico ministero Romano l’aiutasse con la lettura dei verbali. Dichiarazioni rilasciate al tempo della sua collaborazione, cominciata nel 2010, nelle quali aveva indicato con precisione persone, fatti e illeciti riguardanti la “famiglia Notarianni”, ricordi conservati anche in una sorta di diario di una quarantina di pagine, in cui aveva riportato in ordine cronologico e che aveva consegnato anche agli inquirenti.

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Ma oggi davanti al collegio giudicante presieduto dal giudice Carlo Fontanazza, la collaboratrice non è riuscita a dare risposte esaustive, tanto che lo stesso presidente le ha più volte chiesto se si sentisse bene, se avesse paura di parlare, o se fosse stata in qualche modo minacciata. La Notarianni, dopo aver escluso la possibilità di essere minacciata, ha infine affermato “sto cercano di mettermi alle spalle il mio passato, forse è per questo che non riesco a ricordare”. Concetto che la collaboratrice ha espresso più volte, dimostrandosi restia a ricordare, quasi rifiutasse il suo passato. Il presidente del collegio ha, quindi, deciso di interrompere l’esame ed il collegamento per consultarsi con le parti, per decidere su come proseguire. Il confronto si è concluso con la decisione di sospendere momentaneamente l’esame della collaboratrice per rinviarlo a data da definire, e in inoltre il tribunale ha disposto una perizia per determinare la capacità di testimoniare di Rosanna Notarianni. In attesa dell’esito, che si saprà nel corso della prossima udienza, il pubblico ministero chiamerà a testimoniare il marito della Notarianni, Giuseppe Angotti.

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