Lamezia Terme – La Corte d’Appello di Catanzaro ha ridotto le pene per le sette persone arrestate a Lamezia Terme nell’ambito dell’operazione “Disinnesco”. La prima sezione penale presieduta da Gabriella Reillo con a latere i giudici Fabrizio Cosentino e Antonio Giglio ha così rideterminato le condanne: 7 anni 4 mesi e 16mila euro di multa per Ugo Roberto Sergio Greco (in primo grado era stato condannato a 10 anni), 3 anni e 4 mesi e 7mila euro di multa per Angelo Anzalone (in primo grado gli erano stati inflitti 5 anni), 1 anno e 8 mesi per Cristian Greco (4 anni in primo grado), un anno e 3mila euro per Doru Ionut Pirciu, Simone Gabriele, Francesco Rocca e Giovanni Roberto (tutti condannati in primo grado a 2 anni e 8 mesi). Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Amato, Canzoniere, Careri, Cerra, Gambardella, Larussa, Mascaro, Murone e Torchia. Gli imputati vennero arrestati nell’ottobre 2013 a seguito di un sequestro da parte della polizia di due bombe che contenevano entrambe sette chili di esplosivo ed erano state riempite con bulloni di ferro per aumentarne la capacità distruttiva. Secondo l’accusa gli ordigni sarebbero dovuti servire per un’azione contro Agostino Lo Gatto accusato dal gruppo di essere un confidente della polizia. La sentenza di condanna per il secondo grado di giudizio è arrivata stamane dopo quella emessa nell’agosto dello scorso anno dal Gip Maria Teresa Carè che, nel processo secondo il rito abbreviato, avevano condannato tutti e sette gli imputati confermando più o meno in toto le richieste del pubblico ministero Santo Melidona. Con la sentenza emessa dai giudici della Corte di Appello di Catanzaro si conclude la seconda fase processuale dei protagonisti dell’operazione disinnesco che furono arrestati dopo il ricevimento ed il sequestro di alcuni ordigni che secondo gli inquirenti erano stati fabbricati per mettere a segno alcuni attentati. Le indagini di carattere tecnico, coordinate dalla Procura della Repubblica, avrebbero consentito di appurare che il capo del gruppo criminale, Roberto Greco, aveva intenzione d’eseguire una grave azione intimidatoria nei confronti di un uomo di Lamezia Terme, Agostino Lo Gatto, noto agli inquirenti, sospettato dal gruppo di essere confidente delle forze dell’ordine e per questo doveva essere eliminato, anzi, secondo gli inquirenti, “disintegrato” assieme alla sua abitazione. Gli arrestati, inoltre, erano accusati anche di coltivazione di una piantagione di canapa indiana, individuata e sequestrata nel mese di luglio dello scorso. I provvedimenti emessi dal giudice delle indagini preliminari del tribunale lametino, Barbara Borelli, su richiesta del sostituto procuratore, Santo Melidona, furono eseguiti dagli uomini del commissariato di Polizia. Le indagini della polizia hanno consentito di interrompere per ben due volte il disegno criminale con il sequestro dei due ordigni, definiti dagli artificieri ad altissimo potenziale distruttivo, e l’arresto delle persone che erano state incaricate di collocarli nei pressi dell’abitazione del soggetto destinatario dell’attentato.