Patto per Lamezia replica ai consiglieri Gianturco e Ruberto

patto-lamezia-paladino1Lamezia Terme – “Da che pulpito vengono le continue lezioni di morale e legalità, ci vien da dire. Come al solito, i noti consiglieri del “NO” con cadenza da far invidia ad un orologio svizzero, “escono” con la solita trovata in merito agli avvisi pubblici emanati da questa Amministrazione. Naturalmente con il solito metodo dell’insinuazione di bassa leva, tra l’ altro farebbero bene a guardare in casa loro, cercano di gettare fumo su chissa’ quali anomalie”. Lo afferma in una nota congiunta i consiglieri comunali del Patto per Lamezia Armando Chirumbolo, Cristiano Massimo, Alessandro Isabella e Giuseppe Paladino, per i quali Ruberto e Gianturco “in realtà dovrebbero fare necessariamente un pò di ordine, oppure guardare meglio nella loro palla di vetro. Infatti, il giorno prima, parlano di irregolarità e chiedono la revoca, poi nel giro di una notte misteriosamente si perdono le irregolarità ed al sorgere del sole arrivano le opportunità: sono pochi i 15 giorni per presentare progetti”. Cirimbuolo, Cristiano, Isabella e Paladino dicono di essere “davvero rimasti molto sorpresi che i due attenti osservatori non si sono accorti per nulla della presenza della firma del Dirigente, possibile che non sanno leggere l’Albo Pretorio on line? Forse gli sfugge che la manifestazione d’interesse e l’indagine di mercato sono la stessa cosa? Evidentemente gli sfugge pure che non si “parla di soldi” per la natura dell’iniziativa intrapresa”. Ed inoltre precisano e domandano “non si parla di soldi, in quanto si tratta di una modalità innovativa che sicuramente risulta in contrasto con chi è abituato a gestire soldi pubblici a iosa, secondo voi a cosa serve un’indagine di mercato?”
Cirimbuolo, Cristiano, Isabella e Paladino, ricordano “ai due attentissimi “osservatori” che le linee esplicative della riforma al codice degli appalti sono state pubblicate molto prima della pubblicazione della manifestazione di interesse in oggetto, anche qui regna la confusione più assoluta, infatti gli “edotti” consiglieri confondono il termine per presentare osservazioni alla prime linee guida, con le linee stesse presentate già come indirizzo dall’ Anac il 28 maggio 2016”. I i quattro consiglieri del Patto per Lamezia “è bene chiarire che da parte nostra alimentare la cultura del sospetto è una strategia che non ci appartiene, infatti, oggi noi non poniamo alcun “verdetto” sulle note questioni altrui. Qualora – aggiungono – dovessero subentrare dubbi ed incertezze con atti alla mano li invitiamo noi a rivolgersi alle autorità competenti. E’ chiaro – aggiungono – che vivendo, fortunatamente, in un paese libero ci sentiamo in dovere in quanto espressione del popolo di esprimere la nostra opinione. Sul’infelice frase “amici degli amici” in questo caso oltre a non aver nessun significano, gettano fango su tutta la comunità. Ennesima stranezza è che prima si vogliono aiutare gli “amici degli amici” e poi i due valenti consiglieri chiedono una proroga. E’ ovvio – concludono – che il cambiamento a vantaggio dei lametini trova sempre ostacoli, soprattutto da parte di coloro che trovano continue stranezze nella loro palla di vetro”.