Importante svolta nel procedimento penale meglio noto come “asta la vista”

Lamezia Terme – Importante svolta nel procedimento penale meglio noto come “asta la vista: il P.M. Santo Melidona ha infatti concluso le indagini preliminari nei confronti di 28 persone (delle 78 originariamente indagate) nei cui confronti intende esercitare l’azione penale, chiedendo nel contempo al Gip di Lamezia Terme l’archiviazione per tutte le restanti posizioni.
Ciò segna inesorabilmente la fine del calvario giudiziario per tutti coloro i quali sono stati originariamente coinvolti in tale procedimento, molti dei quali sottoposti anche a misura cautelare personale e interdittiva, ed esposti per ciò solo al pubblico ludibrio ed a gogna mediatica: per i restanti indagati, infatti, lo scorso 01/02/2021 è stata chiesta l’archiviazione della relativa posizione. Tra di loro rientra il funzionario giudiziario Michele Albanese, in servizio presso l’ufficio esecuzioni mobiliari ed immobiliari del Tribunale di Lamezia Terme, sul cui operato si erano addensati dubbi investigativi.
Invero, l’estraneità di Michele Albanese ai molteplici fatti oggetto di contestazione, e la correttezza dell’operato dell’intero ufficio in cui egli svolgeva le sue funzioni, era già emersa all’esito del giudizio di riesame, laddove il Tribunale aveva escluso i gravi indizi di colpevolezza nei suoi confronti per 3 dei quattro reati che gli venivano contestati, mentre per il quarto è intervenuta la Corte di Cassazione che, nell’ottobre 2019, ha accolto il ricorso presentato dai difensori Avv. Aldo Ferraro e Avv. Antonella Pagliuso del Foro di Lamezia Terme, annullando senza rinvio la misura cautelare che residuava nei suoi confronti, perché “il fatto non sussiste”, ordinando l’immediato rientro in servizio del cancelliere.
Analogo esito totalmente liberatorio ha riguardato la posizione del Dr. Massimo Durante, anch’Egli assistito dall’Avv. Aldo Ferraro, nei cui confronti il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva annullato integralmente la misura cautelare degli arresti domiciliari che gli era stata applicata, con motivazioni la cui correttezza e la cui irreprensibilità ha oggi indotto l’Ufficio di Procura a chiedere l’archiviazione anche nei suoi confronti.