Sanita’: Cisl e Cgil denunciano un cattivo utilizzo delle risorse nell’Asp Catanzaro

Mario Catalano e Giuseppe Pugliese

Mario Catalano e Giuseppe Pugliese

Lamezia Terme – “Nessuno ci può impedire, e questo non è lesivo della dignità di alcuno, tranne si voglia identificare in una sorta di lesa maestà, portare all’attenzione dei lavoratori, dell’opinione pubblica e delle Istituzioni, una gestione di questo pezzo di sanità che non è condivisibile, sia per mancanza di vera programmazione e organizzazione, sia perché questo modus operandi non lo riteniamo idoneo al raggiungimento della mission Aziendale, con le inevitabili ricadute negative, in termini di qualità dei servizi per i cittadini utenti, e motivazionali (oltre che economiche) per i lavoratori dipendenti”. Lo affermano in una dichiarazione Antonio Cristofaro (Cisl-Fp) e Bruno Talarico (FP-Cgil) rispondono al direttore amministrativo dell’Asp Giuseppe Pugliese, che nei giorni scorsi aveva criticato le prese di posizioni dei sindacati. Cristofaro e Talarico rispondono, indicando alcune criticità che da tempo sono state poste all’attenzione della direzione strategica.
”Da circa 4 anni attendiamo un Atto aziendale ufficiale, e approvato, per come previsto – spiegano i sindacalisti – come può essere pensabile per un’Asp fare programmi a breve, medio o a lungo termine senza il più importante (unico) atto di autogoverno? Tre sono i bilanci bocciati e non validati dalla Regione, circostanza che la dice lunga sui virtuosismi e le capacità gestionali tanto decantate sia dal precedente che attuale management. Si potrebbe parlare anche di spending review, per le ricadute che potrebbe avere anche a livello di contrattazione integrativa decentrata, e ragionare sulla necessità, ad esempio, di mantenere strutture in affitto nonostante locali di proprietà, magari svuotati, centrali e facilmente raggiungibili da ogni parte. Si potrebbe parlare di spreco, ad esempio, parlando dei vari parcheggi per auto aziendali realizzati e mai utilizzati; le unità operative che dovevano lanciare l’Azienda nel panorama sanitario internazionale, realizzate con ingenti risorse e regalate, senza avere mai prodotto alcun risultato, ad altre strutture regionali. Se inseriti in un previsto piano di razionalizzazione, il 50% dei risparmi realizzati possono confluire nei fondi del personale per la contrattazione decentrata”. Per quanto riguarda la gestione del personale, per i due sindacalisti “C’è un cattivo utilizzo delle risorse, per l’indefinita dotazione organica di tutta l’Asp la disparità, creata dalla direzione, nell’attribuzione dell’ideata “priorità aziendale” tra personale amministrativo e sanitario, a favore dei primi, ha generato una disunione evidente tra i due ruoli nonché conflitti all’interno dello stesso ruolo amministrativo, minando le indispensabili sinergie tra dipendenti dei diversi ruoli, imprescindibili per il conseguimento degli obiettivi aziendali e per il soddisfacimento dei bisogni di salute della popolazione. I fondi contrattuali, previsti per legge, più volte certificati e più volte rimodulati, cambiandone i contenuti e gli importi con ulteriori atti deliberativi, non sono giunti a nessun approdo: è auspicabile che il ricorso all’ennesima consulenza esterna per dirimere la questione dei fondi, dia dei risultati concreti e rapidi ai lavoratori che da tempo attendono. Esistono nell’Asp funzionari alle dipendenze che vengono retribuiti proprio per svolgere i ruoli amministrativi richiesti e specifici per queste competenze contrattuali”.
”La dirigenza non ha garantito l’accesso agli atti che le organizzazioni sindacali più volte hanno richiesto, per questo, concludono, “avvieremo se necessario tutte le forme di lotta previste, non ultimo il ricorso alle autorità competenti, giudiziarie, di vigilanza e di controllo”.