Sanità: la denuncia di un padre

Ospedale-Pugliese-Catanzaro

Lamezia Terme – Riceviamo e pubblichiamo la denuncia di un lametino, Fiore Isabella, che ha descritto la sua esperienza presso l’ospedale di Catanzaro, dove si è recato con suo figlio, per ricevere una prestazione che l’ospedale di Lamezia non espletava. “Alle 7,30 di martedì 5 maggio 2015, mi trovo in un affollato corridoio dell’Ospedale Pugliese di Catanzaro insieme a mio figlio, che deve sottoporsi a degli esami che l’ospedale di Lamezia Terme non é in grado di fare. Dopo circa mezz’ora di attesa, un non tanto solerte vigilante consegna il fatidico numerino a qualche utente dando la sensazione di un’operazione ad personam. La domanda che sorge spontanea è se chi dirige la struttura sanitaria sia mai entrato in una salumeria ed ignori la funzione di una semplice macchinetta, ancorata alla parete del negozio per dare ordine al flusso dei clienti, anche in un Ospedale, magari accompagnata, a beneficio dei disabili sensoriali, da un display e da una sintesi vocale, con il risultato decoroso di dare dignità all’utenza, assicurando modalità comunicative sicuramente più neutre. Chiedo spiegazioni e, mentre qualcuno entra e viene comunque munito di numerino, i meno fortunati veniamo informati, che ogni giorno vengono garantite 70 prestazioni ordinarie e 70 prioritarie e chi non entra in tale numero deve ritornare, con la raccomandazione di farlo, per non rischiare un altro viaggio a vuoto, possibilmente alle prime luci dell’alba.
Faccio mente locale per ricordare una simile prassi davanti agli uffici postali della mia città, alcuni decenni addietro, dove i pensionati mattinieri raccoglievano, in ordine d’arrivo, i certificati di riscossione della pensione incolonnandoli sotto un fermacarte di pietra.
Il tempo per consentire a mio figlio di compilare un modulo per le segnalazioni e ritorniamo a Lamezia Terme con l’amarezza di chi, giovane o adulto, figlio o padre, utente ordinario o prioritario, é costretto a subire l’indelicatezza di un sistema sanitario regionale che, a fronte di spese inverosimili, probabilmente per la cura dell’immagine e per sostenere superflue dotazioni dirigenziali non é in grado di garantire la presenza di un numero adeguato di personale medico e paramedico, capace di far fronte ai bisogni del cittadino ammalato.
Allora, oggi, mi chiedo, a cosa possa servire rivendicare per l’ospedale di Lamezia, due Hub della rete Trauma Regionale – Trauma Center ( utili e auspicabili) se, per delle analisi leggermente più complesse da quelle di routine, bisogna andare nella struttura sanitaria, destinataria dell’accentramento delle cosiddette eccellenze, per sentirsi dire che bisogna affidare alla fortuna e alle luci dell’alba il proprio sacrosanto diritto alla salute”.