Csm: Melillo nuovo procuratore capo di Napoli, battuto de Raho

Roma – E’ Giovanni Melillo il nuovo capo della Procura di Napoli. Lo ha deciso il plenum del Csm a maggioranza. Melillo, dallo scorso aprile rientrato in magistratura come sostituto pg a Roma, e’ stato capo di gabinetto del Guardasigilli Andrea Orlando e, in passato, ha svolto funzioni di procuratore aggiunto a Napoli. Preferito all’altro candidato, il procuratore capo di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, Melillo andra’ a ricoprire l’incarico svolto da Giovanni Colangelo, andato in pensione lo scorso febbraio per effetto della riforma che ha riportato a 70 anni il limite di eta’ per le toghe. La Procura di Napoli e’ la piu’ grande d’Italia, per numero di pm e di affari.

Csm: plenum diviso, Melillo nominato con 14 voti, 9 a de Raho
Il voto sulla nomina del nuovo capo dei pm napoletani ha fatto registrare divisioni nel plenum del Csm. Per Giovanni Melillo, infatti, le preferenze sono state 14 – lo hanno votato i laici Elisabetta Casellati, Antonio Leone, Paola Balducci, Renato Balduzzi, Giuseppe Fanfani e Pierantonio Zanettin, i togati di Area Lucio Aschettino, Fabio Napoleone, Nicola Clivio, Valerio Fracassi e Antonello Ardituro, il togato di MI Claudio Galoppi, il primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio e il procuratore generale della Suprema Corte Pasquale Ciccolo – mentre a favore di Federico Cafiero de Raho sono andati 9 voti, espressi dai togati Luca Forteleoni e Lorenzo Pontecorvo (Magistratura Indipendente), Ercole Aprile e Piergiorgio Morosini (Area) e l’intero gruppo di Unicost. Non ha partecipato al voto il vicepresidente Giovanni Legnini, mentre si sono astenuti il laico Alessio Zaccaria, il togato di Autonomia&Indipendenza Aldo Morgigni. Gia’ la Quinta Commissione, competente sugli incarichi di vertice, si era spaccata nel formulare le sue proposte al plenum, esprimendo 3 voti a sostegno di Melillo e altrettanti per Cafiero. Entrambi i magistrati avevano presentato domanda anche per il posto di procuratore nazionale antimafia, su cui il Csm dovra’ presto pronunciarsi: il prossimo novembre, infatti, Franco Roberti lascera’ l’incarico per andare in pensione.