Lamezia: Centro Inail, Barbanti(Pd), replica a Talarico e Pacenza

barbanti-petizioneLamezia Terme – “Gli interventi a difesa del centro protesi Inail di Lamezia Terme dell’ex presidente del Consiglio Regionale della passata amministrazione di centrodestra e del Delegato per la sanità del Presidente della presente amministrazione di centrosinistra, plasticamente hanno evidenziato la sinergia d’intenti. In questi due anni ho ripetutamente sollecitato il presidente Oliverio a rifiutare quel progetto del centrodestra perché non portava all’attivazione del centro protesi Inail di Lamezia Terme, dopo quasi vent’anni ed una spesa di oltre dieci milioni di euro.
Invece la decisione è stata di andare avanti investendo altre risorse per attivare una struttura, denominata Polo Integrato Asp-Inail, nella quale mancheranno le funzioni essenziali di un centro protesi e cioè l’officina protesica. Un centro protesi senza protesi è inutile.
Questo ho sostenuto cercando una interlocuzione con il presidente che non ho avuto”. E’ quanto scrive in un lungo comunicato stampa l’onorevole Sebastiano Barbanti(Pd), che replica agli attacchi di Franco Talarico e Pacenza in merito alla vicena del centro Inail di Lamezia Terme.

Secondo Barbanti, “il delegato Pacenza si affanna a dimostrare che non sono informato. E’ vero il contrario: proprio perché conoscevo e conosco i diversi interventi del presidente Oliverio ho ritenuto necessario intervenire nuovamente prima della definitiva conclusione, che, anche dalle sue affermazioni, sembra sia prossima. Mi dispiace – aggiunge – per il delegato Pacenza che proprio per il ruolo che svolge, dovrebbe essere più attento, come dovrebbe essere più informato sui posti letto di riabilitazione che sono stati assegnati all’ospedale di Lamezia Terme con il decreto 106 del 2012, cioè due anni prima della firma della convenzione, che, secondo il direttore generale Mancuso, avrebbero caratterizzato l’Ospedale di Lamezia come centro regionale per la riabilitazione”. Poi Barbanti si poneun interrogativo “il presidente Oliverio intende andare avanti senza ascoltare le ragioni di Lamezia?” Per Barbanti “a Lamezia non ci sembra una decisione giusta nemmeno se si volesse considerare l’utilità di avere la presenza di un ambulatorio, sul tipo di quelli che l’INAIL gestisce in diverse regioni, che sono, ovunque, allocate in strutture non dedicate.
Noi pensiamo – commenta ancora – che i posti letto di riabilitazione possono essere benissimo attivati nel nostro ospedale, che ha anche nella cosiddetta piastra una parte della struttura costruita per le specifiche funzioni, e che anche l’ambulatorio gestito dall’INAIL possa essere ospitato in ospedale o in una delle strutture dell’ASP. Invece l’attivazione di un centro di riabilitazione a gestione ospedaliera in un sito a 19 km di distanza, isolato e con difficoltà di collegamenti ci appare problematica ed anche, forse, dispendiosa.
Come non ci appare chiaro che tipo di gestione si andrà a creare con la presenza di due enti nella stessa struttura”. Proseguendo nella sua replica rivolgendosi a Pacenza lo invita a “tranquillizzarsi il delegato Pacenza e se ne faccia una ragione: non ho alcuna intenzione di ritirarmi in buon ordine sol perché il presidente Oliverio ha deciso, in perfetta autonomia, di far suo un progetto che, secondo noi, non risponde agli interessi della Città, che vengono prima, almeno per me, dell’appartenenza allo stesso partito.
Perciò continuerò, più di quanto ho fatto finora, ad essere presente nella mia attività parlamentare a favore unicamente della Città che oggi rappresento in parlamento e cioè di Lamezia Terme”. Per Barbanti, inoltre “si tranquillizzi anche l’ex presidente del consiglio regionale Talarico che va cercando, lui sì, visibilità e nuovi crediti sulla sanità a Lamezia, che oggi ancora paga le immotivate ed ingiustificate decisioni dell’amministrazione di centrodestra, che ha emesso il decreto 18 del 2010, di cui lui è stato importante componente.

Nuova credibilità – secondo Barbanti – che è difficile che possa ottenere se ancor oggi non si è reso conto che i posti letto accreditati, di cui ancora oggi lui parla, non esistevano allora come non esistono ancora oggi a distanza di tre anni, semplicemente perché l’accreditamento è un processo che non si può concedere per appartenenza politica ma discende dalla rispondenza di una struttura ai previsti requisiti per esplicare una funzione”.

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