Appalti migranti: i Poerio contro don Scordio, “spende troppo”

operazione-jonni4Catanzaro  – I cugini Antonio e Fernando Poerio, titolari della societa’ “Quadrifoglio srl”, attraverso cui la cosca Arena, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, si era accaparrata il servizio di ristorazione nel Cara di Isola Capo Rizzuto, volevano allontanare don Edoardo Scordio, il parroco della cittadina calabrese che gestiva, con il direttore della locale Misercordia Leonardo Sacco, il centro per migranti. A “indignare” i tre imprenditori, erano le spese “eccessive” del sacerdote, a sua volta, sempre secondo le accuse, vicino alla ‘ndrangheta. Nel provvedimento che ha portato ai 68 fermi nell’ambito dell’operazione “Jonny”, si fa riferimento ad un dialogo intercettato negli uffici della “Quadrifoglio”. “Il dialogo – scrivono i magistrati – rivela quanto i cugini Poerio biasimino don Edoardo che distrae molte somme di danaro anche per accontentare i di lui nipoti. I Poerio vorrebbero sostituirlo con un altro sacerdote. Si tratta di una precisazione assai importante perche’ – annotano i magistrati – comprova quanto loro serva la figura di un sacerdote quale spettro mistificante le distrazioni continue di danaro pubblico”.
All’incontro avrebbe partecipato il sindaco di Isola Capo Rizzuto, Gianluca Bruno, “che obietta – annotano gli inquirenti – dell’inopportunita’ della sostituzione di don Edoardo che provocherebbe reazioni scomposte da parte della criminalita’ organizzata. Il dialogo inizia con le lamentele dei Poerio nei confronti di Sacco, esternate sin da subito a Bruno affinche’ si impegnasse a risolvere i dissidi. Infatti – si legge – Sacco consegnava in pagamento a Quadrifoglio una serie di titoli che andavano insoluti”.
I Poerio lamentavano come il mancato onorarsi delle fatture “bloccasse” la loro carriera imprenditoriale e li privasse della necessaria liquidita’. Gli interlocutori, nel prosieguo del dialogo, avrebbero addebitato “la dissennata gestione della Misericordia (che danneggiava anche loro) a don Edoardo ed ai suoi nipoti”. I tre si lamentavano degli sprechi commessi dai familiari di don Edoardo e, sempre secondo quanto riportato nel provvedimento, “in particolare criticavano la gestione del santuario della Parrocchia, i continui banchetti ivi organizzati da don Edoardo con i soldi della Misericordia ed il tenore di vita dei nipoti”. Alla luce di quanto denunciato, Antonio Poerio avrebbe chiesto al sindaco “un intervento per allontanare il sacerdote da Isola di Capo Rizzuto”, ma poi tutti avrebbero espresso il timore che se il sacerdote fosse allontanato avrebbe potuto accusare i complici. In ogni caso si sarebbe convenuto sul fatto che “era difficile trovare un adeguato sostituto di don Edoardo”.