Sacal GH: Barbanti, “siamo di fronte alla classica vittoria di Pirro?”

barbanti-sacal-16Lamezia Terme – “Sulla vicenda della Sacal GH tanti sono stati ieri i comunicati di giubilo. Ma siamo sicuri di non trovarci di fronte alla classica vittoria di Pirro? L’operazione è stata conclusa grazie all’inserimento di due elementi: una clausola di salvaguardia del personale per 5 anni e la costituzione di una Spa in luogo della prevista Srl. Letta così sembrerebbe sia tutto in ordine, ma approfondendo l’analisi troviamo diversi punti interrogativi che mi danno da ragionare sui risultati positivi dell’operazione”. Lo sostiene attraverso una nota l’onorevole Sebastiano Barbanti(Pd), che chiarisce le motivazione della sua posizione. Innanzitutto, spiega, “la salvaguardia dei 5 anni consta in una clausola che andrebbe inserita nel prospetto di assegnazione ai privati del 40% della handling; clausola che sarebbe stata scritta sul momento e sulla cui legittimità giuridica ed applicabilità sarebbe lecito esprimere tutti i dubbi del caso”. Inoltre, aggiunge, “in che modo questa si possa conciliare con la tutela senza limiti di tempo prevista dal contratto tra le parti già firmato da alcune sigle sindacali resta una domanda aperta. Ma soprattutto, qualora la clausola non preveda un perimetro più ampio della tutela già inserita nel contratto, non si capirebbe quale possa essere stata la vittoria ottenuta”.
In merito al cambio di ragione sociale, Barbanti, poi, non riesce “a vedere quali maggiori garanzie, ai dipendenti ed agli investitori, possa dare allo stato dell’arte questa Spa rispetto alla Srl”. Anche perchè aggiunge “la sostenibilità di un’azienda in fase costituenda la si può valutare, cum grano salis, attraverso l’analisi del business plan”. E tal proposto Barbanti si pone un serie di domande: “E purtroppo del business plan nessuno parla e non se ne vede traccia: come vorrà posizionarsi la handling rispetto alla concorrenza? Quale sarà il suo giro d’affari? Come vorrà conquistarlo? Quali servizi si propone di offrire ed a chi? Quale sarà la sua organizzazione? Di quanti dipendenti necessiterà per svolgere le mansioni che si prefigge? Quasi saranno i suoi ricavi, i costi, gli investimenti e quindi l’utile e la remunerazione per gli azionisti? Si dice che si vuole affidare il 40% della handling ad un partner internazionale dalla comprovata esperienza che apporti competenze, ma quale azienda investirà mai in una handling a scatola chiusa?“ e a giudizio di Barbanti “né si può pensare che la Spa possa avere maggiori tutele perché dotata di garanzie patrimoniali superiori e di più facile reperibilità di capitale attraverso il mercato perché da un lato il capitale è merce rara e preziosa e si depaupera velocemente se manca la redditività (si prenda ad esempio proprio la situazione della Sacal Spa degli ultimi anni) e dall’altro ci sono inderogabili vincoli di legge per l’accesso al mercato”.
Insomma, per Barbanti, “in assenza di ulteriori elementi, ci sarebbero tutti i presupposti per pensare che l’unica tutela sia per coloro che siederanno nell’ennesimo CdA e Collegio Sindacale. Sono infondati i dubbi che l’intera operazione serva solo a “scaricare” il personale in eccedenza dalla Sacal SPA?” Ed a Barbanti “spiace che ancora una volta sia stato affidato, senza un’univoca riconducibilità e responsabilità, un compito così delicato in un momento così particolare ad una Amministrazione in parte delegittimata dalle vicende giudiziarie che tutti conosciamo”. Si augura
”ovviamente tutto il bene possibile per i lavoratori e l’indotto economico per il territorio sperando che gli interrogativi posti trovino spazio per una discussione interna volta ad assicurare una reale sicurezza e sostenibilità dell’operazione”.